Bruna Bianco

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Bruna Bianco (1940 - vivente), poeta e avvocata brasiliana di origine italiana.

Citazioni di Bruna Bianco[modifica]

  • Cuore, anima e occhi, | Ombre nell'inoltrata notte, aspettano. (da Colore d'ombra[1]).
  • [sulle lettere che Ungaretti le aveva inviato] Le sto trascrivendo, ma questo non è il momento di pubblicarle. Questo è il momento di Ungà. Nella trascrizione della grafia delle lettere alla dattilografia (durata tre anni), ho capito di essere stata uno strumento di Ungaretti per trasmettere questo messaggio di forza, di voglia di vivere, non solo per me, ma per tutti. Ho capito che quello che avevo in mano non apparteneva solo a me, apparteneva a tutti gli uomini del mondo, per superare la stanchezza, la tristezza, la sfiducia... vi dono questo libro meraviglioso: fatene tesoro prezioso.[2]

"Bruna Bianco: «Con il mio "Ungà" è stato un rapimento»

Intervista a Il Dubbio, ildubbio.news, 2 giugno, 2020

  • Ho avuto una fortuna inimmaginabile, che tutte le donne dovrebbero avere almeno una volta nella vita.
  • [Com'è andata quel giorno di agosto '66 con Ungaretti, il suo Ungà?] È stato quel rapimento di cui parla anche Leopardi. È accaduto allo stesso tempo e a tutti e due. Siamo rimasti folgorati. Quando poi Ungà è partito, nel distacco, nella distanza, avevamo bisogno di ricevere ogni giorno delle lettere, che erano come la nostra droga, capaci di scomporre tutto l'essere. È degno di studio un caso simile. Quando lo conobbi era curvo, poi buttò via i bastoni, camminava dritto come un fuso. Io non mi sono mai accorta di quanti anni avesse, era l'uomo che volevo per me.
  • [Una corrispondenza di tre anni, con molte riflessioni anche sulla poesia. Le ha scritto che le cose più poetiche sono quelle “sussurrate”. Che cosa ha imparato?] Lui insisteva sul fatto che la poesia fosse destinata a rimanere, in tutte le sue forme, parola semplice, oltre che un atto di armonia, di adesione della persona a ciò che la circondava. Mi insegnava principalmente a distruggere la gabbia dell'eccesso di retorica, dell'enfasi, che rovina la poesia, ne falsa il giudizio.
  • [Che cosa le diceva?] Lui me le faceva rivedere, levigare. Mi diceva che la poesia, in un tempo in cui ci sono tanti, troppi privilegi, non deve essere solo per alcuni. Tutti gli uomini devono essere ammessi alla poesia. Secondo lui, grazie all'arte, alla scienza, alla cultura, la società deve conseguire un assetto più umano. Nessuno è più amareggiato dell'artista, se la sua parola rimane indecifrabile a tanta parte degli uomini.
  • [Lei ha conservato tutte le cartoline, i cataloghi e gli altri doni che Ungà le inviava?] Tutto. Quando ho deciso di venire ad abitare in Italia, perché il Brasile viveva un momento politico di molte incertezze, ho caricato un container su una nave e ho portato tutti i libri che mi ha dato Ungaretti, le stampe, le medaglie, la penna, il tagliacarte, i bastoni, i foulard che mi regalò e che io non ho usato più dopo la sua morte, i vestiti. Ho comprato una casa a Canelli, in Piemonte, l’ho ristrutturata e vi ho trasferito tutti i suoi libri.

Citazioni su Bruna Bianco[modifica]

"Sei l'anima della mia anima, l'ultima forza che mi resta, l'ultima mia poesia". Le lettere di Ungaretti a Bruna

Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco (15 settembre 1966), pangea.news, 19 settembre 2023

  • Bruna cara, sono precisamente le sette secondo l'ora italiana, ma a San Paolo devono essere le sei e trenta appena. Devi dormire ancora, e Ti ha disturbato il sonno il mio pensare a Te così mattutino? Se il mio pensare a Te dovesse disturbarTi, non avresti un minuto di pace. Sento sempre la Tua voce, quella Tua di quella mattina al telefono, mentre stavo per partire.
  • E cerco con gli occhi il Tuo viso, e a volte non riescono a rivederlo com'è, e allora mi stringo con le due mani il viso, e l'accarezzo, e nel mio viso mi rinasce il Tuo nelle mie mani, la più cara cosa, la sola che amo su tutte, l'anima della mia anima, sei l'anima della mia anima, l'ultima forza che mi resta, l'ultima mia poesia, la vera, l'unica vera.
  • Come hai fatto a entrare così a fondo nella mia vita? Sei d'una sicurezza in quello che fai incredibile, e sei venuta con quella poesia. A dirti la verità, quando sei andata via e l'ho letta, m'è parsa inutile. C'era un'enfasi, c'era un metro in disuso, non so cosa c'era che mi urtava. L'ho ripresa poi a leggere, e vi ho scoperto una grazia, un'onestà, il modo raro d'indovinare il peso, la qualità, la novità, qui e là dei vocaboli, e mi ha toccato, d'improvviso mi ha toccato il sentimento, il dono vero che offre solo la buona poesia, quel dono che illuminava l'ingenuità di quelle strofe un po' antiquate, che illumina tutto quello che fai.[…]
  • Non sono che un piccolo poeta di questo secolo, nel quale anche i maggiori non possono essere che piccoli poeti; ma anche oggi, nel trambusto, nell'inferno d'oggi, - anche oggi la poesia ha bisogno di essere una persona che si scopre tra la gente - che infonde tanta carità, tanta fede, tanta speranza […]. Io sono ormai troppo vecchio, oltre misura vecchio, quasi un antenato, e non occorre che io sia ancora felice, e non mi pare che sia successo un giorno chio fossi felice. Ma l'augurio che Tu abbia lunghi anni felici si avvererà. Nessuno ha mai desiderato con più violenza, con più disperazione che sia felice una persona, e non è mai accaduto, se il desiderio era fortissimo, che non fosse esaudito […]".

Note[modifica]

  1. Dialogo, in G. Ungaretti, Vita d'un Uomo (Tutte le poesie), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1969, p. 317
  2. Citato in "Sei l'anima della mia anima, l'ultima forza che mi resta, l'ultima mia poesia". Le lettere di Ungaretti a Bruna, pangea.news, 19 Settembre 2023

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]