Eurasiatismo

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Simbolo del caos utilizzato dai neo-eurasiatisti

Citazioni sul Eurasiatismo.

Citazioni[modifica]

  • La letteratura ha cementato l'identità russa. Poi si sono inventati l'Eurasia. Noi siamo qualche cosa che voi europei non siete. Noi abbiamo un'originalità che ci rende in qualche modo autonomi sotto il profilo della nostra autocoscienza, perché siamo euroasiatici. (Sergio Romano)
  • Vogliamo lo status di un grande potere. Sfortunatamente, non possiamo rifiutarlo: questo status negli ultimi anni 300 è diventato parte del nostro genoma. Vogliamo diventare il centro di una grande Eurasia, una zona di pace e cooperazione. Anche l'Europa del subcontinente farà parte di questa Eurasia. (Sergej Karaganov)

Aleksandr Gel'evič Dugin[modifica]

  • Eurasiatismo significa considerare la Russia non come un Paese (europeo o altro) ma come una civiltà a sé stante. Una civiltà che non deve orientarsi verso est o verso ovest perchè essa ha una sua specifica identità. Un’ identità dai tratti sia europei che asiatici: quindi, la Russia è al tempo stesso una sintesi e una cosa a sé stante.
  • L’Eurasia rappresenta un sistema alternativo all’Ordine mondiale unipolare. E vuole essere autenticamente un sistema multipolare, non di proprietà russa, o cinese: si vuole dare realmente la possibilità ad altri poli di affermarsi. Infatti questa multipolarità non è riservata ai Cinesi o ai Russi, ma si tratta di una visione molto più ampia del mondo, dove possono coesistere altri poli, indipendenti dagli Stati Uniti.
  • Noi siamo eurasiatici e la Russia degli anni ‘90 è stata una deviazione dalla nostra missione.
  • Ora ci stiamo muovendo verso l’Eurasiatismo: da qui nasce il conservatorismo e l’idea del controllo sull’area post sovietica. Anche il ricongiungimento con la Crimea, la questione del Donbass e nel Caucaso.

Aldo Ferrari[modifica]

  • Il discorso neo-eurasista ha conosciuto una forte diffusione nel mondo post-sovietico, rappresentando l’espressione culturalmente più radicale dell’orientamento anti-occidentale della Russia. Inoltre, l’obbiettivo di riunire i territori che facevano parte dell’impero russo e dell’Unione Sovietica è alla base di ogni progetto neo-eurasista.
  • Il progetto della Grande Eurasia affonda quindi le sue radici nella visione eurasista, che costituisce l’espressione più radicale della «ideologia russa». Al tempo stesso, però, questo progetto costituisce una reazione al crescente contrasto della Russia con l’Occidente maturato negli anni del potere di Putin e si pone come una risposta alla straordinaria crescita politica ed economica dell’Estremo Oriente. Mosca sembra trovarsi molto a suo agio – tanto pragmaticamente quanto ideologicamente – in uno scenario internazionale che tende sempre più a configurarsi come un gioco tra grandi potenze che perseguono i propri interessi nazionali in maniera in larga misura indipendente tanto dalle istituzioni multilaterali esistenti quanto dai valori liberali dell’Occidente. Nel «nuovo ordine post-occidentale» che sta attivamente contribuendo a costruire, la Russia rischia però di trovarsi nuovamente in una posizione subalterna, nei confronti della Cina invece che degli Stati Uniti. E questo essenzialmente a causa di un insufficiente dinamismo economico e sociale che limita fortemente le sue aspirazioni. Senza un sostanziale sviluppo interno, nell’ambito della Grande Eurasia il ruolo della Russia sarà limitato essenzialmente alla forza militare e all’esportazione di materie prime, quindi inevitabilmente inferiore a quello della Cina. Davvero troppo poco per un paese dalle potenzialità così grandi, che dovrebbe e potrebbe valorizzare la sua straordinaria posizione eurasiatica molto meglio di quanto stia avvenendo.
  • Trubeckoj e gli altri principali eurasisti, tra i quali Roman Jakobson, Georgij Florovskij, Dmitrij Svjatopolsk-Mirskij, Georgij Vernadskij e Pëtr Savickij, partivano [...] dal presupposto che la Russia non faccia parte né dell’Europa né dell’Asia, ma costituisca una distinta area geografica e storico-culturale che dovrebbe affermare la propria specificità rifiutando l’inserimento nello spazio culturale europeo e occidentale.

Timothy Snyder[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Il progetto russo dell'Eurasia aveva le sue radici [negli anni 1930], lo stesso decennio in cui gli Stati nazionali europei erano sprofondati nella guerra. In Russia [negli anni 2010], l'Eurasia diventò una soluzione plausibile in quanto i suoi leader avevano reso impossibile, per il loro popolo, l'alternativa dell'integrazione. Allo stesso tempo, il Cremlino era impegnato a riabilitare gli ideologi fascisti di quell'epoca e a promuovere i pensatori russi contemporanei che si richiamavano a idee fasciste. I più grandi sostenitori dell'Eurasia negli anni Duemiladieci – Aleksandr Dugin, Aleksandr Prochanov e Sergej Glaz'ev – riprendevano o rielaboravano idee naziste adattandole agli scopi russi.
  • Una volta entrato in carica come presidente, nel maggio del 2012, Putin presentò l'Eurasia come uno strumento per dissolvere la UE al fine di semplificare l'ordine mondiale, così che gli imperi potessero competere per il territorio. Il buco nero al centro del suo sistema non poteva essere riempito, ma poteva risucchiare gli Stati vicini.
  • I primi eurasiatisti, negli anni Venti, erano degli studiosi russi in esilio, contemporanei di Il'in, che rigettavano sia la posizione slavofila sia quella occidentalista. Erano d'accordo con gli slavofili nel ritenere che l'Occidente fosse decadente, ma negavano il mito slavofilo della continuità cristiana con l'antica Kiev. Non vedevano nessuna connessione rilevante tra la Rus' di Volodimir/Valdemarr e la moderna Russia, e si concentravano invece sui mongoli, che nei primi anni Quaranta del XIII secolo avevano sconfitto con facilità ciò che restava della Rus'. Ai loro occhi, erano state le felici consuetudini del governo mongolo a consentire la fondazione di una nuova città, Mosca, in un ambiente posto al riparo dalle corruzioni europee come la tradizione classica greca e romana, il Rinascimento, la Riforma e l'Illuminismo. Il destino della Russia moderna era quindi quella di trasformare l'Europa nella Mongolia.
  • Il contributo di Gumilëv all'eurasiatismo fu la sua teoria dell'etnogenesi, una spiegazione della nascita delle nazioni che prendeva le mosse da una particolare interpretazione dell'astrofisica e della biologia umana. Gumilëv sosteneva che la socievolezza umana fosse generata dai raggi cosmici. Alcuni organismi umani erano più capaci di altri di assorbire l'energia proveniente dallo spazio e di ritrasmetterla ad altri; questi leader speciali, in possesso della «passionarietà» menzionata da Putin nel suo discorso del 2012, erano i fondatori dei gruppi etnici. Stando a Gumilëv, la genesi di ogni nazione poteva quindi essere fatta risalire a un'esplosione di energia cosmica, che aveva segnato l'inizio di un ciclo durato per più di mille anni. I raggi cosmici che avevano dato vita alle nazioni occidentali erano stati emessi in un lontano passato, così che l'Occidente era ormai morto. La nazione russa, invece, era emersa da emissioni cosmiche rilasciate il 13 settembre 1380, ed era quindi giovane e piena di vita.
  • Gumilëv [...] aggiunse alla tradizione eurasiatica una specifica forma di antisemitismo, che consentiva ai russi di scaricare le colpe dei loro fallimenti su ebrei e occidentali allo stesso tempo. Il concetto centrale era quello della «chimera», o falsa nazione. Le nazioni sane come la Russia, avvertiva Gumilëv, dovevano guardarsi dai gruppi «chimerici», che non traevano la vita dai raggi cosmici, bensì da altri gruppi. Si stava riferendo agli ebrei. Per Gumilëv, la storia della Rus' non mostrava che la Russia era antica, ma che gli ebrei costituivano una minaccia eterna. Secondo lui, nella Rus' medievale erano stati gli ebrei a dedicarsi al commercio degli schiavi, affermandosi come una «piovra militare-commerciale»; questi ebrei erano per Gumilëv degli agenti di una civiltà occidentale perennemente ostile, che cercava di indebolire e diffamare la Rus'. Affermava, inoltre, che la Rus' aveva dovuto pagare un tributo di sangue agli ebrei. Gumilëv presentava quindi tre elementi fondamentali dell'antisemitismo moderno: gli ebrei come mercanti senz'anima, gli ebrei come bevitori di sangue cristiano e gli ebrei come agenti di una civiltà straniera.
  • Dugin, nato nel 1962 (mezzo secolo dopo Gumilëv), non era un seguace degli eurasiatisti originali né uno studente di Gumilëv; semplicemente, usava i termini «Eurasia» ed «eurasiatismo» per dare un suono più russo alle proprie idee naziste. Nell'Unione Sovietica degli anni Settanta e Ottanta, Dugin era un ragazzo anti-establishment che suonava la chitarra cantando canzoni sull'uccisione di milioni di persone nei forni crematoi. Il suo scopo nella vita era quello di portare il fascismo in Russia.

Voci correlate[modifica]

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