Eurovision Song Contest

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Citazioni sull'Eurovision Song Contest.

Citazioni[modifica]

  • [Nel 2022] Ho sempre saputo dell'esistenza di una cosa chiamata Eurovision Song Contest (ESC), ma non le avevo mai dato molta importanza finché una decina d'anni fa, una sera, trovandomi a Reykjavik, sono uscito dall'albergo e ho trovato le strade vuote. Non era proprio come quando la famiglia Fantozzi sale in macchina nella Roma deserta per andare a vedere la Corazzata Kotiomkin al cineclub mentre in TV danno Inghilterra-Italia, nessuna voce di telecronista usciva dalle finestre sigillate delle case, tra l'altro perché in Islanda la sera fa freddo anche a maggio, ma certo qualcosa, qualcosa di importante, di catalizzante, stava succedendo. Raggiunti i miei ospiti islandesi per cena, una cena in cui pensavo che sarei stato io – un nuovo italiano di passaggio in Islanda – l'attrazione principale, ho ricevuto una forchetta e un piatto di plastica e l'invito a riempirlo con quello che volevo del poco di cucinato che c'era sul tavolo del soggiorno, dopodiché quello era l'angolo di tappeto su cui potevo sedermi col piatto sulle ginocchia, in terza fila dietro una selva di bambini eccitati ma molto composti, quello era il bagno se ne avevo bisogno, e quello era il maxi-schermo su cui tra poco sarebbe cominciato l'ESC. Felici di avermi con loro, ma nelle successive tre ore non sarei stato io il centro dell'attenzione. (Claudio Giunta)

Matteo Bordone[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Sulle prime vedere l'Eurovision può fare uno strano effetto: non esiste una forma di gusto discutibile prodotta con altrettanta convinzione [...] e altrettanto successo [...]. La competizione [...] ai nostri occhi di telespettatori italiani appare sempre vagamente tedesca nell'estetica [...]. La scaletta delle serate, il tono ufficiale dei presentatori, la natura ingessata delle gag, lo sfarzo delle luci e l'orgia dei movimenti di macchina e degli effetti scenici: tutti questi dettagli ne fanno una trasmissione assurda e irresistibile. Non essendo l'Europa abituata a intrattenimento televisivo di regime, l'ossimoro di questo tono ampolloso e insieme festante risulta surreale.
  • Il televoto [...], che si somma a quello di una giuria di esperti, si basa soprattutto sull'esibizione (voce dal vivo su base registrata) e sulla geopolitica. Nessun paese all'Eurovision può mai votare per il proprio artista. Questo principio geniale produce un Risiko delle alleanze che rende la finale [...] un evento interessante anche sul piano politico e culturale. Se nelle semifinali alcune antipatie campanilistiche possono pesare, quando si viene al dunque valgono gli equilibri di parentela, di area linguistica, di forza. [...] Ci sono poi dei paesi storicamente molto liberi [...], ma sono capitati [...] quei giochi di sponda che in italiano vengono definiti "biscotti". Come per l'Onu, i piccoli paesi con pochi abitanti (Cipro, San Marino) possono avere un ruolo esorbitante nello spostamento dell'equilibrio di una votazione.
  • C'è un certo snobismo da parte della musica pop affermata nei confronti dell'Esc, per cui spesso gli artisti che si esibiscono sono un po' baracconi all'origine. Infatti è facile che gli artisti siano personaggi pacchiani o comunque molto leggibili [...] e presentino brani gonfi di stereotipi, visto che i riferimenti culturali della platea sono troppo diversi per le sottigliezze. C'è la melodia italiana da cartolina, c'è il pop crucco con la cassa in quattro e i capelli abbondanti sul collo, ci sono le stangone del Caucaso con un ventilatore sparato in faccia, i gruppi finto-folk con i pantaloni corti, i depositari del rock con tatuaggi e orecchini come in un incubo di Guareschi. Si canta in qualsiasi lingua, ma se si canta in inglese è tutto love, sky, forever, tonight, together, facile da capire ovunque. È un'Europa vagamente parco a tema di se stessa, molto poco omogenea, poliglotta, unita con un filo di imbarazzo.

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