Matteo Bordone

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Matteo Bordone nel 2010

Matteo Bordone (1974 – vivente), giornalista, conduttore radiofonico, conduttore televisivo e blogger italiano.

Citazioni di Matteo Bordone[modifica]

Internazionale[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Léa Seydoux è la massima rappresentante al mondo della categoria bellissima che quasi non sembra [...][1]
  • [La cerimonia dei premi Oscar] non ha a che fare esattamente con l'industria cinematografica hollywoodiana, ma con la sua rappresentazione. L'elenco dei film di maggior successo dell'anno è sempre distante dai premi dell'Academy [...] L'Academy racconta una faccia pulita, colta, adulta, generalmente molto più seriosa di Hollywood.[2]
  • [Gli attori hollywoodiani] diventano corpo sacro di questa voglia di sacrificio, di espiazione della colpa, di lavaggio della coscienza rispetto a tutti i soprusi e le sopraffazioni della storia. Un tempo bastava il dolore morale, bastavano le "parti drammatiche" per vincere degli Oscar. Da qualche anno a questa parte bisogna soffrire nella carne, bisogna avere handicap fisici gravi, essere feriti, a terra, morti e risorti.[2]
  • [Ultime parole famose] Giornali e tv stanno facendo di tutto per distrarre l'audience dalla assoluta prevedibilità del finale di questa storia, cioè la vittoria di Hillary Clinton. [...] Sappiamo che Hillary Clinton è in vantaggio da prima che Trump sbagliasse tutto con la determinazione dei campioni. [...] Questa amplificazione fisiologica delle minime inversioni di tendenza ha uno scopo diretto – quello di suscitare interesse – e uno indiretto – quello di sottoporre tutti i candidati a un test sotto sforzo continuo, esasperando ogni debolezza di chi sta vincendo ed esaltando ogni pregio dell'inseguitore. Ma anche a valle di tutto questo, comunque questa volta non c'è partita. [...] i fatti torneranno a essere più rilevanti del racconto, stiamo calmi, Clinton tornerà a salire, è tutto normale. Inutile dire che la previsione si è avverata puntualmente. D'altronde il desiderio di raccontare un movimento è connaturato sia alla stampa che alla narrativa. Se non succede niente, cosa racconti? [...] Tutti sanno che vincerà Clinton, e suggerire il contrario sta diventando sempre di più una menzogna pura più che una manifestazione di prudenza o un punto di vista minoritario. [...] Questa volta non è stata tra repubblicani e democratici, ma quasi sempre tra il racconto delle elezioni e le foto dei gattini. E hanno vinto le elezioni, intese come macchina mediatica e narrativa capace di fare un buon film con qualsiasi tema. Vista così, la disfatta di un partito e del suo improponibile candidato mostro, contro la prima donna a governare un paese di 325 milioni di persone, non è un brutto soggetto.[3]
  • Lara Croft è stata, in grande anticipo sul dibattito [...] sulla rappresentanza di genere nella cultura popolare, un'eroina protagonista di vicende avventurose. Ma prima di essere tutto questo, la protagonista della serie Tomb Raider era un modello estetico sexy, con un corpo perfetto tornito al computer da uomini, cambiato di gioco in gioco per seguire i canoni estetici del momento. [...] Il corpo di Lara Croft e di personaggi analoghi è sempre stato centrale, sia metaforicamente che di fatto. Era sullo schermo per essere ammirato. [...] non è tanto la sessualizzazione del personaggio femminile in sé il problema, quanto l'idea che questa natura attraente e desiderabile sia implicita per le femmine e un'opzione per i maschi. Ma allo stesso tempo, se da una parte era implicito che chi agiva come Lara Croft giocando a Tomb Raider potesse desiderarla o riconoscere in lei un modello estetico stereotipato, allo stesso tempo Lara era un soggetto molto più di quanto lo fosse Angelina Jolie quando la interpretava al cinema. Questo perché i videogiochi sono un linguaggio che prevede un'immedesimazione strutturale tra chi ha in mano il joypad e il personaggio che fa muovere: il film mi racconta la storia di qualcuno, mentre nel gioco in qualche misura vivo la storia dei personaggi in prima persona. Da una parte questo impedisce di oggettivizzare la donna fino in fondo, perché costringe a un rapporto d'identità tra chi manovra e chi si muove di conseguenza; allo stesso tempo, proprio per questa ragione le donne sono fisicamente gestite da chi gioca, quindi esiste una forma di controllo implicita che complica decisamente le cose.[4]

All'Eurovision il pop mescola geopolitica e kitsch

internazionale.it, 12 maggio 2016.

[Sull'Eurovision Song Contest]

  • Sulle prime vedere l'Eurovision può fare uno strano effetto: non esiste una forma di gusto discutibile prodotta con altrettanta convinzione [...] e altrettanto successo [...]. La competizione [...] ai nostri occhi di telespettatori italiani appare sempre vagamente tedesca nell'estetica [...]. La scaletta delle serate, il tono ufficiale dei presentatori, la natura ingessata delle gag, lo sfarzo delle luci e l'orgia dei movimenti di macchina e degli effetti scenici: tutti questi dettagli ne fanno una trasmissione assurda e irresistibile. Non essendo l'Europa abituata a intrattenimento televisivo di regime, l'ossimoro di questo tono ampolloso e insieme festante risulta surreale.
  • Il televoto [...], che si somma a quello di una giuria di esperti, si basa soprattutto sull'esibizione (voce dal vivo su base registrata) e sulla geopolitica. Nessun paese all'Eurovision può mai votare per il proprio artista. Questo principio geniale produce un Risiko delle alleanze che rende la finale [...] un evento interessante anche sul piano politico e culturale. Se nelle semifinali alcune antipatie campanilistiche possono pesare, quando si viene al dunque valgono gli equilibri di parentela, di area linguistica, di forza. [...] Ci sono poi dei paesi storicamente molto liberi [...], ma sono capitati [...] quei giochi di sponda che in italiano vengono definiti "biscotti". Come per l'Onu, i piccoli paesi con pochi abitanti (Cipro, San Marino) possono avere un ruolo esorbitante nello spostamento dell'equilibrio di una votazione.
  • [...] c'è un certo snobismo da parte della musica pop affermata nei confronti dell'Esc, per cui spesso gli artisti che si esibiscono sono un po' baracconi all'origine. Infatti è facile che gli artisti siano personaggi pacchiani o comunque molto leggibili [...] e presentino brani gonfi di stereotipi, visto che i riferimenti culturali della platea sono troppo diversi per le sottigliezze. C'è la melodia italiana da cartolina, c'è il pop crucco con la cassa in quattro e i capelli abbondanti sul collo, ci sono le stangone del Caucaso con un ventilatore sparato in faccia, i gruppi finto-folk con i pantaloni corti, i depositari del rock con tatuaggi e orecchini come in un incubo di Guareschi. Si canta in qualsiasi lingua, ma se si canta in inglese è tutto love, sky, forever, tonight, together, facile da capire ovunque. È un'Europa vagamente parco a tema di se stessa, molto poco omogenea, poliglotta, unita con un filo di imbarazzo.

Arrival rinnova un genere, tra grande industria e cinema indipendente

internazionale.it, 26 gennaio 2017.

[Su Arrival]

  • [...] il cielo di Arrival è sempre coperto, vicino, la luce è bassa e gli incarnati sono poco rassicuranti. Questo perché Arrival è un film di fantascienza esistenziale, che mantiene un tono teso e drammatico per tutta la sua durata ma lo fa con un senso di umanità coinvolgente; tiene lo sguardo, anche nel contesto militare del campo base, sempre su Louise e sui suoi sentimenti, più che sulla geopolitica e sulle scelte di strategia.
  • Arrival è un film originale sia in assoluto sia all'interno del genere a cui appartiene. Come film di fantascienza e di alieni lo è perché immagina l'altro con un punto di vista empatico: alieni ed esseri umani non si fronteggiano come bestie o nemici, ma comunicano come persone. [...] Anche nella produzione si tratta di un film particolare, a cavallo tra Hollywood e indipendenti. Lo stile e la personalità dello sguardo sono quelli di un autore che lavora per una casa di produzione indipendente, ma i budget e le star sono da grande produzione. Ma al di là di tutto, rispetto a qualsiasi altro film di missioni spaziali e alieni, Arrival coinvolge per ragioni soprattutto umane, e lo fa con classe. È un bel film che gode della dote principale del suo regista: la capacità di avere uno sguardo molto riconoscibile sulle cose, uno stile e un punto di vista personali, ma rimanendo sempre al servizio del film e senza mettersi mai in mezzo tra spettatore e personaggi.
  • [...] è cupo senza essere un thriller e serio senza essere militaresco.

Twitter.com – profilo ufficiale [modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Si può essere orgogliosi delle proprie origini umili se da lì si è usciti grazie allo studio e all'impegno. Essere orgogliosi della povertà e dell'ignoranza in quanto tali significa adorare una prigione: è offensivo nei confronti di chi rivendica e persegue la libertà.[5]
  • Dobbiamo smetterla di parlare di politica come se fosse sport. Salvini è molto efficace, abile, scaltro? E chi se ne frega. O mettiamo in piedi un sistema di scommesse, oppure conta quello che fa; non se verticalizza, dribbla, aggira gli avversari e tutti applaudono.[6]
  • Devo dire che la costanza delle Iene è ammirevole. Quando toccano un tema, o è una sciocchezza irrilevante, o hanno torto marcio [...], oppure il modo in cui lo trattano è così sbagliato che poi non se ne parla più per anni, tale è il disastro che hanno prodotto. Sempre.[7]
  • Di Mario Giordano si ride, se si vuole, quando non lo si ignora.[8]
  • Prima di pubblicare qualsiasi cosa sui social, chiediamoci: "Mi sto lamentando?". Se la risposta è sì, farci un pensiero. È proprio il caso?[9]
  • Uno dovrebbe ascoltarlo anche, Matteo Salvini. Gli fanno una domanda, e lui in 10 secondi fa: cambio di argomento, trucco del popolo, elenco scandito con la mano pronto a partire sull'uno, bambini usati retoricamente come se fosse diventato Don Bosco anti-orchi.[10]
  • Ogni volta che Giorgia Meloni risulta simpatica, ricordare sempre quanto è spietata.[11]
  • [Sulla finale del campionato europeo di calcio 2020] Essere nerd significa vedere Chiellini che alza la coppa, e nell'emozione sentire un pensiero che si insinua dalle retrovie: "I coriandoli d'argento mandano in crisi la compressione del codec video e fanno crollare la risoluzione!"[12]
  • Sto passeggiando. Mi fermano dei carabinieri appostati. Stanno cercando qualcuno. "Dove va?" A parte che sono fatti miei, ma chi ha mai risposto: "A rubare una macchina, sa? Poi dal ricettatore a Corsico. Torno a casa, Sex Education, cannino e nanna"? Secondo me non succede.[13]
  • "Fesseria" è l'omologo femminile di "cazzata". Me ne rendo conto adesso.[14]
  • Siamo contro tutti i violenti, ma in particolare contro i fascisti. Perché questo accanimento? Perché il paese è nato dalla sconfitta e dal rifiuto del fascismo. Quindi fascismo = arcinemico. Non va bene? Andate in Idaho, in Kazakhstan, a Gibuti. In Italia è così.[15]
  • Se qualcuno si azzarda a dire "La sinistra riparta da..." è NECESSARIO che si risponda subito e senza timore "Stocazzo!". Ne va del futuro del nostro paese.[16]
  • Un giorno capirò questa moda per cui chi ha un successo clamoroso non dice sono fortunato, evviva, spero che mi vogliate bene. No. Ti racconta le sue infinite difficoltà per una settimana. Come quando in un film sai già che il personaggio sta da dio e in un flashback gli sparano.[17]
  • Giorgia Meloni è grezza. Populista, circondata da bifolchi, quando le serve ha i toni della regazzetta der quartiere che nse fa mette i piedi in testa, e non è mai sofisticata in niente. È un giudizio, non un pregiudizio. Sei il capo, lo hai voluto tu, agisci e vieni giudicata.[18]

Note[modifica]

  1. Da L'ultimo 007 sospeso tra Ian Fleming e Edward Snowden, internazionale.it, 18 novembre 2015.
  2. a b Da Leonardo DiCaprio, gli Oscar e la questione morale, internazionale.it, 29 febbraio 2016.
  3. Da Vincerà Hillary Clinton ma i giornalisti raccontano un'altra storia, internazionale.it, 14 ottobre 2016.
  4. Da Le donne dei videogiochi, da Lara Croft ad Aloy, internazionale.it, 8 marzo 2017.
  5. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 12 maggio 2018.
  6. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 14 giugno 2018.
  7. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 1º agosto 2018.
  8. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 1º novembre 2019.
  9. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 21 marzo 2020.
  10. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 15 settembre 2020.
  11. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 7 luglio 2021.
  12. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 12 luglio 2021.
  13. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 17 settembre 2021.
  14. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 22 settembre 2021.
  15. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 11 ottobre 2021.
  16. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 28 settembre 2022.
  17. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 7 febbraio 2023.
  18. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 29 aprile 2024.

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