Gad Lerner

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Gad Lerner nel 2010

Gad Eitan Lerner (1954 – vivente), giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano.

Citazioni di Gad Lerner[modifica]

  • [Parlando di Giorgio Gaber] È agendo in tale dimensione [collettiva] che ha creato una modalità unica di entrare in rapporto con il pubblico, uscendo da ogni cliché autoreferenziale che, in qualità di figura popolarissima, avrebbe potuto pure permettersi. Perché è vero che Gaber da un lato fa la scelta radicale di starsene in disparte; ma subito dopo propone, a chiunque, che se si vuole comunque ascoltarlo bisogna andare da lui. Pronti a mettersi a ragionare con lui.[1]
  • L'abbiamo frantumato quel "noi" verso cui Gaber ci conduceva. Lui ci voleva portare nei nostri singoli io, dentro a ciascuno dei quali ci sono religione, spiritualità, sensibilità artistica, politica stessa, per ricercare, insieme un "noi" diverso, che veramente liberasse e coinvolgesse tutti gli io. E invece siamo arrivati a nuovi "noi" spaventosi, che si isolano a vicenda, capaci persino di razzismo e violenza. Siamo arrivati a chiederci se la libertà dell'uomo sia una faccenda "politica" o "antipolitica".[2]
  • [Sull'Inter] Squadra umanissima d'emozioni e insicurezze, vincitrice attraverso l'epopea e poi capace di perdersi, com'è la nostra vita. (da Vanity Fair; citato in Buon compleanno Inter, 6 marzo 2008)
  • Il 27 maggio del 1964 un bambino disappetente di nove anni, già in pigiama, ottenne il permesso speciale di restare sveglio davanti alla tv. Sua madre lo turlupinò: "Guarda che se non mangi neanche i tuoi campioni ce la possono fare". Ricordo ancora le dimensioni mostruose della pagnotta imbottita che mi fu messa tra le mani. Masticavo tenace con gli occhi sbarrati sullo schermo. Deglutivo a fatica ma senza fermarmi: il primo rito scaramantico, più mangiavo e meglio i nostri giocavano! Mi fermavo solo per sventolare a ogni gol la bandiera nerazzurra appoggiata sul divano. Quando capitan Picchi sollevò la coppa al cielo, in mezzo al Prater di Vienna, e i bianchi del Real Madrid apparvero infine domi, mio padre si lasciò commuovere: come avrei potuto dormire con tutta quella adrenalina nel cervello e con tutto quel pane nella pancia? Così quel bambino solitamente spedito a letto addirittura prima di Carosello, prese posto in pigiama sulla 1300 Fiat, la bandiera fuori dal finestrino. Tutti in piazza Duomo! Viva l'Inter che libera la notte dei bambini! (da Oliviero Toscani, Inter! 100 anni d'emozioni. Almanacco del centenario, Skira, 2008)
  • La RAI litiga e poi non riapre i talk show. Grazie, siete geniali: è tutta pubblicità per La7 che li manda in onda.[3]
  • Qualcosa mi dice che la coppia Sallusti&Santanchè si rivelerà più attiva, fantasiosa e vitale della coppia Feltri&Belpietro. Comunque ci sarà da divertirsi, essendo che Sallusti sta a Pavolini così come Feltri sta a Badoglio.[4]
  • Alleluja! Suona l'orchestra davanti al Quirinale e in tutta Italia festeggiamo la giornata della Liberazione. Il dopo è incerto, ma la vergogna di essere rappresentati nel mondo da un uomo simile [Silvio Berlusconi] ce la lasciamo alle spalle. (da Italia nazione deberlusconizzata, 12 novembre 2011)
  • Così come Borghezio è già stato espulso dal gruppo parlamentare cui era iscritto a Strasburgo, in seguito alle offese profferite contro la Kyenge.[5], ci attendiamo che altrettanto faccia il gruppo dei senatori della Lega nei confronti di Calderoli. Non sarà una gran perdita. E servirà a ristabilire anche in Italia quella prassi europea per cui i razzisti vengono tenuti ai margini delle istituzioni, anche perché la destra liberale e moderata per prima si impegna a non dare loro spazio.[6]
  • [Su Roberto Calderoli] L'aggressione verbale alla ministra Cécile Kyenge[5], mascherata come al solito da battuta di spirito, è stata un atto premeditato di violenza razzista. Calderoli sapeva bene quel che stava facendo. Con il suo ignobile giro di parole al comizio di Treviglio cercava la provocazione, in un momento di massima difficoltà della Lega Nord afflitta da una vera e propria emorragia di militanti; e sua personale, visto che dall'interno lo accusavano di eccessi di moderatismo.[6]
  • Esplode bomba all'idrogeno in Corea del Nord e provoca terremoto. Peccato che Salvini e Razzi non si trovassero nella loro patria elettiva.[7]

Citazioni su Gad Lerner[modifica]

  • È bravissimo, son contento l'abbian messo al Tg1, è un buon conduttore, buonissimo giornalista. Ma sarà un bravo direttore? (Indro Montanelli)
  • Ha avuto un percorso politico problematico, tipico della sua generazione, ma è oggi molto cambiato rispetto alle origini. (Carlo Rossella)
  • Capalbio è meglio di Portofino, più chic. Coi soldi di Tronchetti Provera Gad Lerner può permettersi questo ed altro onde ospitare in casa sua chissà quanti negri.[8] (Vittorio Feltri)

Note[modifica]

  1. Citato in Pedrinelli, p. 81., 2008
  2. Citato in Pedrinelli, p. 82., 2008
  3. Citato in Gad Lerner ringrazia la RAI, ilpost.it, 4 agosto 2010.
  4. Citato in Lerner: «Sallusti sta a Pavolini così come Feltri sta a Badoglio», ilpost.it, 11 gennaio 2011.
  5. a b Riferito alla frase di Calderoli del giorno precedente: «Amo gli animali, orsi e lupi com'è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango.».
  6. a b Da Fuori i razzisti dalle istituzioni, Repubblica.it, 15 luglio 2013.
  7. Da un tweet del 6 gennaio 2016.
  8. Da un tweet del 15 luglio 2018.

Bibliografia[modifica]

  • Gad Lerner, Gaber era un'altra cosa; in Andrea Pedrinelli (a cura di), Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti, Kowalski, Milano, 2008 (pp. 81-82). ISBN 978-88-7496-754-4

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