José Gabriel Funes

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José Gabriel Funes (primo a destra) con il neuroscienziato Alessandro Treves (al centro) e l'astrofisico Bruno Guiderdoni

José Gabriel Funes (1963 – vivente), gesuita e astronomo argentino.

  • Da astronomo, io continuo a credere che Dio sia il creatore dell'universo e che noi non siamo il prodotto della casualità ma i figli di un padre buono, il quale ha per noi un progetto d'amore. La Bibbia fondamentalmente non è un libro di scienza. Come sottolinea la Dei verbum, è il libro della parola di Dio indirizzata a noi uomini. È una lettera d'amore che Dio ha scritto al suo popolo, in un linguaggio che risale a duemila o tremila anni fa. All'epoca, ovviamente, era del tutto estraneo un concetto come quello del big bang. Dunque, non si può chiedere alla Bibbia una risposta scientifica. Allo stesso modo, noi non sappiamo se in un futuro più o meno prossimo la teoria del big bang sarà superata da una spiegazione più esauriente e completa dell'origine dell'universo. Attualmente è la migliore e non è in contraddizione con la fede. È ragionevole. (dall'intervista all'Osservatore Romano del 14 maggio 2008)
  • In una tipica galassia, un ammasso di cento miliardi di stelle, ci potrebbero essere moltitudini di pianeti gemelli della Terra, con esseri viventi come noi. Se, come io credo, essi esistono, possono essere considerati fratelli della creazione. Io penso che negli altri pianeti del sistema solare esistono solo forme molto primitive, come batteri o virus. Le civiltà evolute sono lontane, per ora invisibili e irraggiungibili, come gli angeli, anche essi fratelli della creazione. (dall'intervista al Corriere della sera del 13 giugno 2000)

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