Luca Serianni

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Luca Serianni (1947 – 2022), accademico e linguista italiano.

Citazioni di Luca Serianni[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Ciò che Nencioni aveva di eccezionalmente giovanile era lo spirito. Non solo la lucidità, restata integra fin quasi agli ultimi anni. Anche la memoria di fatti e persone sgranate nel corso della sua vita professionale, a partire dagli anni Trenta, trascorsi a Roma come funzionario ministeriale: anni — avrebbe scritto nel 2000, nella prefazione all'ultima delle sue raccolte di saggi — che erano stati per lui «un corso di educazione civile in tempi calamitosi e alienanti», nel quale aveva appreso «il giusto senso dello Stato, l'equa applicazione del diritto, e l'amministrazione pubblica come aiuto al vivere dei cittadini». E, dato forse più sorprendente di tutti, la capacità di guardare al futuro, di secondare le sollecitazioni di una curiosità umana e intellettuale che gli anni non avevano attutito.[1]
  • Una novità del Cinquecento è la comparsa delle donne tra gli autori letterari: sono aristocratiche come Vittoria Colonna o cortigiane come Gaspara Stampa. La pura imitazione del modello petrarchesco presenta qualche scarto in più nella poesia femminile. Vittoria Colonna, per esempio, ha una componente religiosa molto più forte del consueto. Per quanto riguarda l'età contemporanea, invece, è più difficile individuare uno specifico femminile.[2]
  • [Su Isabella di Morra] Il sonetto in cui si rivolge al fiume, tema topico già presente nella poesia latina, è molto interessante, anche perché è legato all'assenza del padre. Alla variante del tema amoroso si aggiunge anche l'annuncio finale di un possibile suicidio nelle acque del Sinni, che scorre nella sua valle in provincia di Matera. Anche qui ci sono aspetti di innovazione rispetto alla lirica maschile media dell'epoca.[2]
  • [Su Faustina Maratti] È una poetessa che entrò giovanissima in Arcadia: Leopardi ne riconobbe "la composta vivacità e certa leggiadria". Ho voluto che fosse presente con due sonetti. Il primo tratta la gelosia, insolito nella poesia maschile, dove è difficile che l'autore lamenti la scarsa fedeltà della donna, la quale può essere inarrivabile ma è raro che si mostri sensibile alla corte di un altro... Il secondo sonetto è invece dedicato al dolore per la morte di un figlio bambino.[2]
  • [Su Elsa Morante e Biancamaria Frabotta] Mi è sempre piaciuto Il mondo salvato dai ragazzini, anche se so che viene spesso deprezzato: tra l'altro il tema dell'infanzia incolpevole e soccombente è anche al centro de La Storia. Riconosco che in questo caso è scattato, più che altrove, un meccanismo di gusto personale, come per Biancamaria Frabotta, di cui ho apprezzato il motivo dell'amore coniugale, che ha certo dei precedenti in Monti e in Saba, ma compare qui con accenti ironici e autoironici.[2]

Note[modifica]

  1. Da Ricordo di Giovanni Nencioni, in Per Giovanni Nencioni, a cura di Gualberto Alvino, Pizzutini d'emergenza II, Roma, Fondazione Antonio Pizzuto, 2008, p. 68.
  2. a b c d Citato in Paolo Di Stefano, Cento poesie d'Italia. «Voci per il presente». Luca Serianni racconta la sua antologia nata in lockdown: Donne e outsider. Irrinunciabili? Dante, Leopardi, Pascoli, Corriere della Sera, Milano, 16 novembre 2020, pp. 34-35.

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