Marco Calderini

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Calderini, Giornata di pioggia in primavera

Marco Calderini (1850 – 1941), pittore e scrittore italiano.

Citazioni su Marco Calderini[modifica]

Paola Lombroso Carrara[modifica]

  • Calderini ha trattato anche con successo la figura, in cui le sue qualità di finezza e di coscienziosità dovevano riuscirgli preziose, ma è rimasto ed è essenzialmente paesagista.
    E il paesaggio che poteva solo rispondere alla natura della sua mente così netta, equilibrata, che aborre il mistero e la oscurità, che cerca la verità assoluta.
    Per una mente cosi nitida e chiara la figura umana deve apparire come qualche cosa d'inquietante, di sfuggente. Come pensare di poter rendere mai quello che passa dentro una fronte, esprimere che cosa si nasconde dietro il sorriso di una bocca?
  • Calderini non possiede questa magniloquenza e drammaticità [del Fontanesi], è più delicato che appassionato, è un temperamento fino, equilibrato, aristocratico, sente non con veemenza, ma con penetrazione e con un orecchio squisito non ha mai cercato di uscir dalla sua gamma.
    Al paesaggio egli ha fatto parlare non il linguaggio solenne, ma quello cosi efficace dell'emozione e propriamente di quell'emozione fina e delicata, che non esorbita mai dai limiti dell'equilibrio, che fa dei suoi quadri (e questo è il segreto del suo successo) una nota di cui l'occhio non si stanca mai, in cui trova sempre un riposo, un vago rinfresco; egli possiede con una tecnica consumata il fascino e l'ingenuità di una ispirazione d'adolescente, sempre rinnovata e sentita.
  • Egli è di quegli uomini di cui l'aspetto dice la vita. La figura, il modo di camminare, di parlare, di dipingere, tutto in lui si connette e corrisponde a un tipo di raro equilibrio. La persona è agile e complessa qual'è veramente quella di un uomo sobrio e sano. La fisonomia piena di serietà e di fermezza senza traccia di malizia, il gesto moderato, il vestire pieno di accuratezza, una parola facile e chiara, delle idee ben nette che gli fan accettar la discussione, ma ben difficilmente rimoversi dal giudizio che s'è formato da sé.
  • In Marco Calderini, che è uno dei nostri più vigorosi pittori piemontesi, l'artista è così strettamente legato, integrato coll'uomo, che non si può parlar dell'uno senza aver parlato dell'altro; compito del resto assai gradevole, perché in questi momenti in cui tutte le personalità che paion più integre da lontano, ci si presentano, viste da vicino, tronche, smozzicate – si può dir di Calderini che tutta la sua personalità psichica e artistica è rimasta intatta ed armonica.
  • Per questo suo amore del vero che lo fa cosi appassionare di uno stesso soggetto, si è data al Calderini la taccia di poca varietà. Ma come può non esser vario chi sente la natura, quando la natura è cosi varia? Visitando il suo studio e le sue cartelle, si vede quanti sono i soggetti che egli ha toccato e con quale maestria; dalla regale grandiosità dei giardini reali all'umile poesia delle casette rusticane coi loro pilastri e i loro curiosi porticati, i ballatoi zeppi di cenci e di pannocchie, le scale sgretolate, delizia dei bambini. Sui laghi, a Suna, a Baveno, ha trovato soggetti deliziosi, ha reso l'acqua in tutti i suoi aspetti, argentina sotto la leggera increspatura e imporporata di tramonti e placida di quiete; prima dei laghi, la montagna fu lungo tempo il suo soggetto preferito.

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