Maxence Fermine

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Maxence Fermine

Maxence Fermine (1968 – vivente), scrittore francese.

Neve[modifica]

  • Ci sono due specie di persone. Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono. E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita. Ci sono gli attori. E ci sono i funamboli.
Il y a deux sortes de gens. Il y a ceux qui vivent, jouent et meurent. Et il y a ceux qui ne font jamais rien d'autre que se tenir en équilibre sur l'arête de la vie. Il y a les acteurs. Et il y a les funambules..[1]
  • La neve è una poesia. Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri. Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio. Ha un nome. Un nome di un candore smagliante. Neve.
  • L'amore è l'arte più difficile. E scrivere, danzare, comporre, dipingere, sono la stessa cosa che amare. Funambolismi. La cosa più difficile è avanzare senza cadere.
  • Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un'opera, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro.
  • E si amarono l'un l'altro sospesi su un filo di neve.
  • Portava con sé come unico bagaglio l'oro della fede nell'amore e nella poesia.

Il violino nero[modifica]

  • È come la felicità. Una volta che la provi, ne resti marchiato a vita.
  • L'ho suonato solo una volta il violino nero. Tanto tempo fa. È come l'amore. Quando hai amato una volta fai di tutto per dimenticartene. Non c'è niente di peggio che essere stati felici una volta nella vita. Da quel momento in poi tutto il resto ti rende infelice.
  • La vita è un teatro, e dà solo una rappresentazione.

L'apicoltore[modifica]

  • Quando contemplava i suoi alveari, Aurélien aveva la sensazione che quegli insetti fossero riusciti lì dove l'uomo aveva fallito. Pigiate le une contro le altre, le api mantenevano così una temperatura costante. Si adoperavano insieme per la comunità. In una di quelle occasioni Aurélien si rese conto che, durante la sua lenta evoluzione, l'uomo si era pian piano ma sempre più allontanato dal paradiso. E si sorprese a sognare di diventare un'ape.
  • "Le coincidenze non esistono," disse il Faranji. Poi sbuffò una nube di fumo bianco verso la sciarpa d'oro delle stelle.
  • Nel 1885, Aurelien compì vent'anni e cominciò a sognare le api. Decise di costruire una decina di arnie e di dedicarsi alla raccolta e al commercio del miele. [...] E quel progetto, per quanto singolare fosse, bastava a fare della sua vita un sogno.[2]

Note[modifica]

  1. Più propriamente traducibile come: «Ci sono due tipi di persone. Ci sono quelli che vivono, recitano e muoiono. E ci sono quelli che non fanno mai altro che tenersi in equilibrio sul crinale della vita. Ci sono gli attori. E ci sono i funamboli.»
  2. Citato in Alessandra Merighi, Non smettere mai di abbracciarmi, Newton Compton, Roma, 2015, p. 4. ISBN 978-88-541-7691-1

Bibliografia[modifica]

  • Maxence Fermine, Neve, traduzione di S. C. Perroni, Bompiani, 1999.
  • Maxence Fermine, Il violino nero, traduzione di S. C. Perroni, Bompiani, 2012.
  • Maxence Fermine, L'apicoltore, traduzione di S. C. Perroni, Bompiani, 2012.

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