Olindo Malagodi

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Olindo Malagodi

Olindo Malagodi (1870 – 1934), scrittore, giornalista e politico italiano.

Citazioni di Olindo Malagodi[modifica]

Fiocco di neve[modifica]

Dal cielo greve
tu candido disceso,
tenue ne' vasti turbini rapito,
breve sul flutto aereo sospeso,
perituro, fuggevole, lïeve,
pensier di ciel, candido fior di neve;
nel vortice de l'essere smarrito,
dopo il tuo vago giro,
leggero, inavvertito
su la mia mano fragile caduto,
sciolto in un mio respiro,
nato, vissuto.[1]

Conversazioni della guerra[modifica]

  • 2 dicembre 1914
    Vedo Cadorna, che non conoscevo, nel suo ufficio al Ministero della guerra. Con la fronte bassa e sfuggente, gli occhi prominenti, la mascella forte, mi dà una impressione di passione e di volontà sino all'ostinazione, piuttosto che d'intelligenza. (p. 33)
  • 4 dicembre 1914
    [...] egli [Giovanni Giolitti] ha un fondo di invincibile antipatia e diffidenza delle cose francesi, che lo trae ad esagerare tutto ciò che appaia loro sfavorevole nella situazione. Così mi osserva che l'esercito francese con l'aiuto dei belgi, degli inglesi e dei coloniali non è riuscito a cacciare metà dell'esercito tedesco. Alla mia obbiezione che non metà, ma la gran parte dell'esercito tedesco era stata rovesciata in Francia, passa ad altro argomento, fornitogli da Enrico Ferri. I francesi sono degli alcoolisti; bevono un milione e centomila ettolitri di alcool all'anno contro trecentomila che consumano gli italiani. L'alcoolismo rende proclivi alla polmonite, e i francesi non reggeranno l'inverno nelle trincee come i loro avversari, di fibra assai più robusta e sana. (pp. 35-36)
  • 9 maggio 1915
    Trovo Giolitti, contro il quale sono state organizzate, d'accordo col ministero degli interni e la polizia, manifestazioni tanto alla sua partenza da Torino che al suo arrivo a Roma, assai eccitato.
    Ha perduta la sua bella freddezza abituale. Per prima cosa mi dice: – La gente che è al governo meriterebbe di essere fucilata. Vogliono portare l'Italia alla guerra, per gli altri, senza bisogno; quando sono già state fatte concessioni adeguate. E una idea fissa di Sonnino, di fare la guerra per salvare la Monarchia, che non è affatto in pericolo. (p. 56)

Note[modifica]

  1. Da Madre nostra, Fratelli Treves Editori, Milano, 1914, p. 29.

Bibliografia[modifica]

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