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Ubaldo Pantani

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Ubaldo Pantani (1971 – vivente), imitatore, comico e attore italiano.

Citazioni di Ubaldo Pantani

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Citazioni in ordine temporale.

  • [«Hai imitato molti personaggi [...]: come li scegli?»] I personaggi devono sorprenderti per una caratteristica. Spesso la molla scatta quando immagino che un personaggio abbia un profilo pubblico contrastante con quella che io presumo sia la sua vera natura.[1]
  • Da buon toscano, ho la passione del ciclismo da sempre. Ho passato l'infanzia in un paesino tra Volterra e il mare, Ponteginori, dove spesso le squadre venivano ad allenarsi. Con i miei genitori da ragazzino andavo a seguire le corse. Mio padre è stato uno dei fondatori del Bartali club di Ponteginori e la cosa divertente è che mio nonno invece era un "coppiano". Io ho vissuto in casa la storica competizione.[2]

Intervista di Massimo Falcioni, tvblog.it, 10 novembre 2019.

  • [«Nelle imitazioni a quali aspetti dai maggiore importanza?»] Per differenziarmi dagli altri ho cercato di specializzarmi in trasformazioni che mi consentissero di scomparire il più possibile. Parto dal corpo e dal trucco, la voce non è l'aspetto principale. Mi diverto piuttosto a lavorare sugli sguardi, sui movimenti, sulle camminate. Se poi c'è anche la voce è meglio. Sono inoltre fondamentali i contenuti, io ho sempre prodotto i miei testi, le persone che collaborano con me sono poche. [...] Mi affido a degli amici e non potrebbe essere altrimenti. Il comico deve essere autore di se stesso.
  • Capisco chi si arrabbia, l'imitazione è un qualcosa di aggressivo, metti in evidenza difetti e tic. Fatta eccezione di qualche sketch, non riuscirei mai a farla di fronte al vero personaggio.
  • La comicità è come l'erotismo: non ammette interpretazioni. O si fa ridere, o no. Una cosa funziona se fa ridere, l'erotismo è tale se suscita eccitazione. Il resto invece si può interpretare, un film può essere bello o meno bello, si può discutere.

Intervista di Massimo Galanto, tvblog.it, 16 febbraio 2023.

  • [«Come se la passano gli imitatori?»] Anni fa ho deciso di seguire la strada di Dario Ballantini: scomparire dietro un trucco ben fatto. [...] In questi casi il rischio è di non essere riconosciuti. I personaggi tanto ti danno, tanto ti tolgono: ti succhiano l'anima, ti mangiano. I personaggi sono sempre più forti della tua faccia. Con gli anni e dopo tante cose fatte, siamo passati all'associazione del "Ah, lui è quello che faceva...". Oggi di imitatori con le maschere ce ne sono pochi, molti bypassano la fase del trucco, anche sui social. Ma io in quel campionato lì non posso giocare, perché la mia formazione è molto diversa. [...] o lavori in un programma tuo, come fa Crozza, stabilisci una interazione con il tuo pubblico e l'aspetto della mimetizzazione col trucco è secondario [...] oppure – ed è più pericoloso – se scomparire dietro una maschera è considerata parte integrante dello show allora il trucco deve essere perfetto e serve un contenitore televisivo che ti protegga [...]
  • [...] la mia più grande soddisfazione è raccogliere quanto ho seminato negli anni quando appaio con la mia faccia.
  • Il mio sogno sarebbe emulare Nino Frassica. Non hai mai fatto uno show suo, eppure è Frassica. Citando l'autore Giovanni Benincasa, Frassica è una rubrica. Cioè Frassica è uno stile, ci sta bene ovunque. Ed è così perché alla carriera da comico ha affiancato anche altro, per esempio le serie tv. A me piacerebbe fare lo stesso, con il cinema. E diventare il Frassica dei personaggi. Sai qual è il mio vero sogno? [«Prego»] Continuare a fare i personaggi, ma con la mia faccia. Cioè liberarmi dal giogo, ma non dal gioco. dei personaggi. Il gioco è dover somigliare ai personaggi, che è una cosa molto stressante. Non ne posso più, onestamente. L'ossessione del trucco e le tre ore di lavoro davanti allo specchio prima di andare in scena iniziano ad essere pesanti, per me. Il mio modello, oltre a Frassica, è Massimo Lopez.
  • [«L'imitazione alla quale sei più legato»] Lapo Elkann. Lo amo fare, mi diverte molto, ma allo stesso tempo mi imbarazza perché nel frattempo siamo diventati amici. Non bisognerebbe mai conoscere le persone che imiti! [ride, ndr].
  • [«Qualche personaggio imitato ti ha fatto sapere di non aver gradito la tua perfomance?»] Il miglior modo per affossare una imitazione è ignorarla. Chi non si fa sentire è perché non vuole darti soddisfazione.

Intervista di Massimo Falcioni, tvblog.it, 20 ottobre 2023.

  • [«Le sue "vittime" hanno sempre reagito bene alle parodie?»] Nessuno si è mai arrabbiato. Cerco di fare in modo che ci sia poca distanza tra ciò che faccio dire ai miei personaggi e l'imbarazzo che avrei se me li trovassi davanti. La mia spiegazione può sembrare contorta, lo so. Diciamo che tendo a non creare l'abisso, evito di massacrarli. Sono un intrattenitore che fa satira politica e di costume. La nostra è un'arma e dobbiamo farne un uso legato ad un unico obiettivo: far ridere.
  • [...] tutte le volte che anticipi un personaggio, il Dio delle imitazioni ti punisce. Per un motivo o per l'altro non lo fai. È scientifico. [...] Di recente mi è successo con Umberto Galimberti. L'imitazione era pronta, ma sul web ne ho trovata una identica a come l'avrei fatta io. A quel punto ho rinunciato. [«Come mai?»] Se hai una chiave diversa e ti convince, è giusto portarla avanti. Al contrario, se un altro l'ha pensata in un modo così uguale da farti pensare che qualcuno sia entrato nella tua casella mail [ride, ndr], allora lo accetti e rinunci. Perché dovrei proporre una cosa identica a quella di un altro che già la fa bene?
  • [«Omosessualità, obesità, femminismo, colore della pelle. Quale di questi ad oggi è il terreno più scivoloso per chi fa satira?»] Il vero problema è la cancel culture. Ti trovi a dover censurare video del passato e non basta nemmeno evidenziarne la data di pubblicazione. Basterebbe quello per spiegare il segno dei tempi. Se una gag in un certo periodo non ha creato problemi è perché in quell'epoca non provocava clamore. Quando feci Gay Meteo 24, la parodia dei meteorini di Sky, i diretti interessati mi chiamarono divertiti e ci ridemmo su assieme. Nessuno si scandalizzò. Ora sarebbe impensabile. Se quello sketch lo rimandassero oggi, verrei massacrato.
  • [«A Tale e Quale avete dovuto fare i conti anche con la polemica del blackface»] Follia pura, è una piaga intellettuale che colpisce tutto il mondo. Ti mettono di fronte a ragionamenti profondi, spiegandoti cosa ha rappresentato nel corso degli anni dipingersi la faccia di nera e ti fanno sentire in colpa. A quel punto ti arrendi.

Note

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  1. Dall'intervista di Matteo Francini, L'altra faccia di Renzi: quella comica. Intervista a Ubaldo Pantani, ilreporter.it, 13 luglio 2011.
  2. Dall'intervista di Giulia Cerqueti, Ubaldo Pantani: "Quei segni del destino che mi legano a Gino Bartali", famigliacristiana.it, 30 aprile 2018.

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