Violette nei capelli

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Violette nei capelli

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Lilia Silvi e Irasema Dilian nel film

Titolo originale

Violette nei capelli

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1941
Genere commedia, drammatico
Regia Carlo Ludovico Bragaglia
Soggetto Luciana Peverelli (romanzo)
Sceneggiatura Luciana Peverelli, Carlo Ludovico Bragaglia, Raffaello Matarazzo, Alessandro De Stefani, Silvano Castellani
Interpreti e personaggi

Violette nei capelli, film italiano del 1941 con Lilia Silvi, Irasema Dilian e Carla Del Poggio, regia di Carlo Ludovico Bragaglia.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Le illusioni fanno presto a venire ma poi ad andarsene è più difficile. (Alda)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Carina: Oliva?
    Oliva: Il mio nome non ha niente a che vedere con le acciughe e gli altri antipasti, è stato un omaggio di mio padre alla bellissima protagonista della Dodicesima notte.
  • Oliva: Ti piace la musica?
    Carina: Molto. È una cosa che fa tanto bene qui nel cuore e anche tanto male.
  • Oliva: Abbiamo scoperto Eleonora Duse che cuce vestiti. Anzi, non so ancora bene se sia Eleonora Duse o Adelina Patti. Avanti, dillo a papà che vuol sapere sempre tutto: chi sei?
    Carina: Carina. È un nome che mi sono inventata io: gli altri mi chiamano Carlottina...
  • Oliva: Allora qui versiamo tre gocce del nostro sangue in una coppa. E adesso beviamo, giurando di non rompere mai, per nessuna ragione al mondo, la nostra amicizia.
    Carina: Giuro di considerare la nostra amicizia come la cosa più bella della mia vita e di essere pronta a fare qualsiasi sacrificio per... [si interrompe commossa]
    Oliva: Ma che cos'hai?
    Carina: Ah, niente, niente. È la felicità. È bello essere così unite e volersi tanto bene.

Citazioni su Violette nei capelli[modifica]

  • Il film è un'innocua esaltazione della vitalità giovanile (con qualche conseguenza, però, visto che Oliva dovrà allevare un figlio senza padre) che cerca di adattare all'autarchia italiana le storie rese celebri da Deanna Durbin. (Il Mereghetti)
  • Sia benedetto il cinematografo quando ci riporta all'età beata nella quale le nostre sorelle avevano i riccioli d'oro sulle spalle. Noto infatti che stuoli di ragazze diciottenni dal volto ancora acerbo sono recentemente mosse all'assalto dell'impero delle ombre. Il rapporto tra il cinema e la giovinezza dovrebbe essere sempre più intenso. Esso è salutare, dà bontà e dolcezza, cancella gli anni al cuore di tutti. [Il film] è narrato con briosa leggerezza da Carlo Ludovico Bragaglia, che ha saputo scegliere bene i suoi attori. (Diego Calcagno)

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