Ágota Kristóf

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La tomba di Ágota Kristóf

Ágota Kristóf (1935 – 2011), scrittrice ungherese naturalizzata svizzera.

  • Io non volevo partire. Era mio marito che lo voleva. Egli faceva politica. Aveva paura di essere imprigionato dai Russi. Sarebbe stato meglio che lui si facesse due anni di prigione piuttosto che io facessi cinque anni di lavoro in fabbrica.[1]

Trilogia della Città di K.[modifica]

Incipit[modifica]

Arriviamo dalla Grande Città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, più il grosso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche.

Citazioni[modifica]

  • Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita. (Claus; La terza menzogna, p. 273)
  • La vita è di un'inutilità totale, è non-senso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione. (Lucas; La terza menzogna, p. 374)
  • La chiamiamo Nonna. La gente la chiama la Strega. Lei ci chiama figli di cagna. (Il Grande Quaderno, p. 9)
  • A forza di ripeterle, le parole a poco a poco perdono il loro significato e il dolore che portano si attenua. (Il Grande Quaderno, p . 21)
  • Siamo nudi. Ci colpiamo l'un l'altro con una cintura. Diciamo a ogni colpo:
    – Non fa male.
    Colpiamo più forte, sempre più forte. Passiamo le mani sopra una fiamma. Ci incidiamo una coscia, il braccio, il petto con un coltello e versiamo dell'alcol sulle ferite. Ogni volta diciamo:
    – Non fa male.
    Nel giro di poco tempo non sentiamo effettivamente più nulla. È qualcun altro che ha male, è qualcun altro che si brucia, che si taglia, che soffre. Non piangiamo più.

La prova[modifica]

  • Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia. (Victor, p. 210)
  • Non serve a niente essere intelligenti. Sarebbe meglio essere biondi e belli. (Mathias, p. 248)
  • Quando vi ho visti arrivare in cucina, ho capito cos'era una vera famiglia. Dei genitori biondi e belli, con il loro bambino biondo e bello. Io non ho famiglia. Non ho né padre né madre, non sono biondo, sono brutto e menomato. (Mathias, p. 250)
  • Diceva che il luogo ideale per dormire era la tomba di una persona amata. (Peter, p. 259) [cita Lucas]
  • Ogni essere umano è nato per scrivere un libro.[2]

Incipit di alcune opere[modifica]

Ieri[modifica]

Ieri soffiava un vento conosciuto. Un vento che avevo già incontrato.
Era una primavera precoce. Camminavo nel vento a passi decisi, rapidi, come tutte le mattine. Eppure avevo voglia di ritrovare il mio letto e distendermi, immobile, senza pensieri, e di restare sdraiato fino al momento in cui avrei sentito avvicinarsi quella cosa che non è voce né gusto né odore, solo un ricordo vaghissimo, venuto da oltre i limiti della memoria

La vendetta[modifica]

– Entri, dottore. Sì, è qui. Sì, l'ho chiamata io. Mio marito ha avuto un incidente. Sì, credo che sia grave. Anzi, molto grave. Bisogna andare di sopra. È in camera da letto. Da questa parte. Scusi il letto sfatto. Sa, quando ho visto tutto quel sangue mi sono un po' agitata. Mi chiedo dove troverò il coraggio di pulire. Credo che alla fine andrò a stare da un’altra parte.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Serge Bimpage, L'amour de la vie jusque dans l'enfer, La tribune de Genéve, 22 ottobre 2001; citato in Wanda Tommasi, Le parole per scriverlo, Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni, 2020. ISBN 9788857572178
  2. Da La prova, traduzione di Virginia Ripa di Meana, in Trilogia della città di K, Einaudi, Torino, 2022. ISBN 9788858400968

Bibliografia[modifica]

  • Agota Kristof, Ieri, traduzione di Marco Lodoli, Einaudi, 2016. ISBN 9788806229207
  • Agota Kristof, La vendetta, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi, 2017. ISBN 9788806234034
  • Agota Kristof, Trilogia della Città di K. – Il grande quaderno La prova La terza menzogna (Le Grand Cahier, La preuve, La Troisième Mensonge, 1986, 1988, 1991), traduzioni di Armando Marchi, Virginia Ripa di Meana e Giovanni Bogliolo, Edizioni Einaudi Super ET, Torino 1998 e 2000. ISBN 9788806173982

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