Adele Ammendola
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Adele Ammendola (1963 – vivente), giornalista italiana.
Intervista di Giuseppe Bosso, telegiornaliste.com, 7 ottobre 2013.
- [È stato difficile per lei ambientarsi a Roma?] No. La capitale ha uno spirito molto simile a quello di Napoli, anche se più ordinata sotto molti punti di vista. Non ho avuto tempo di provare nostalgia, mi sono subito immersa nella realtà romana; e comunque non è poi così lontana dalla mia città natale, e non sono pochi i colleghi partenopei che ho ritrovato al Tg2 dopo aver condiviso l’esperienza al Tgr.
- [Rispetto ai suoi esordi ritiene che oggi per un giovane sia più difficile entrare nel mondo del giornalismo?] Io ho vissuto un'altra epoca, con altre difficoltà; non avevo certo intorno a me tutte le scuole di giornalismo che sono fiorite in questi anni, la mia è stata un'esperienza che si è formata soprattutto sul campo; romantica, se vogliamo definirla così, pur con tutte le problematiche connesse al trovare qualcuno che ti assumesse, che ti offrisse un contratto. Oggi, oltre alla possibilità di formarsi in una scuola e avere a disposizioni maggiori strumenti tecnologici, le difficoltà maggiori sono quelle legate alla crisi economica che ha inevitabilmente avuto i suoi riflessi anche nel nostro campo.
- [Quali sono, se ne ha, gli accorgimenti che segue sul look, sull’abbigliamento e sulle pettinature?] La giacca, per quanto non apprezzata dalle nuove generazioni, rimane sempre l'abbigliamento ideale per me. Quanto ai capelli... è un travaglio! Un conflitto perenne che mi porto dietro dai tempi del Tgr Campania, quando avevo un panettone in testa (scoppia a ridere, ndr) e che adesso, avendo ormai declinato sul biondo, è un continuo alternarsi tra riccio e liscio. È la conseguenza di avere dei capelli molto sottili, anche se fortunatamente ci sono delle persone che sanno come occuparsene tra gli addetti ai lavori della redazione. A proposito di questa domanda, ricordo con simpatia i tempi in cui lavoravo a Napoli e mi capitava di incontrare per strada persone che, nel modo tipico partenopeo, mi davano consigli e osservazioni su come mi avevano visto in televisione.
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