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Agnese Bonfantini

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Agnese Bonfantini (in primo piano) nel 2022

Agnese Bonfantini (1999 – vivente), calciatrice italiana.

Citazioni di Agnese Bonfantini

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  • [Sugli inizi] Giocavo coi maschi, mi trattavano bene, quasi mi viziavano, perché quello che contava era il pallone.[1]
  • [«Che ricordi hai degli anni in cui hai giocato con i maschi?»] Il ricordo che ho più vivo è sicuramente il primo giorno di allenamento, non conoscevo nessuno e tutti mi guardavano perplessi, poi quando dimostrai di saper giocare a calcio iniziarono a guardarmi con stupore. Da quel momento capii di far parte di loro.[2]
  • La calciatrice internazionale che ammiro di più è Alex Morgan, sa mixare la sua femminilità con il giocare a calcio e la ritengo una grandissima donna.[3]
  • La mia passione per il calcio è nata con gli amici a scuola [...]. Ho iniziato a giocare a sei anni e devo dire grazie ai miei genitori che mi hanno sempre lasciato fare ciò che volevo. Mia mamma pensava che avrei smesso subito e invece mi sono subito iscritta alla squadra del paese vicino e ho sempre continuato. [...] Quando giocavo all'Inter Milano viaggiavo, mi portava mia mamma tre volte a settimana agli allenamenti. Da Verbania a Milano sono 200 km andata e ritorno, non è stato sempre facile.[3]
  • [«Perché indossi la maglia 22?»] [...] il 2 è il giorno del compleanno di mio fratello, il 4 il mio. E 2+2 fa 4.[1]
  • [«Cosa pensi del fatto che tante ragazze inizino a giocare con i maschi, prima di passare al femminile? È vero che costituisce una marcia in più?»] Sì, giocare a calcio con i maschi all'inizio costituisce una marcia in più, anche se comunque a quell'età la differenza fisica si nota meno. Giocare con loro ti aiuta a crescere, credo sia l'esperienza più bella che ho avuto da piccola.[2]

Intervista di Elena Marinelli, ultimouomo.com, 20 ottobre 2022.

  • [«Dal tuo punto di vista c'è qualcosa in particolare che ha reso la Juventus più vincente di altre squadre [nel calcio femminile italiano]?»] Sono arrivata qua il primo giorno e ho chiesto al magazziniere cosa dovevo o non dovevo portarmi e lui mi ha detto: "Penso a tutto io, tu devi solo giocare" e questo ti fa capire subito che sei in una squadra di un certo livello, e poi qui si lavora molto sui dettagli che alla fine fanno la differenza, sia in campo che fuori, su tutti gli aspetti del gioco e sulla preparazione atletica.
  • Sono nata centrocampista, proprio all'inizio da bambina, a sette, otto anni. Giocavo a Fondotoce. Appena iniziato a giocare, il mister mi ha messo lì in mezzo al campo, ma una volta gli ho chiesto se potevo fare una partita più in avanti e non era proprio d'accordo. Ho dovuto insistere. [«Alla faccia dell'intuizione!»] Sì, sono stata io, mi ero un po' impuntata, devo dire, volevo un'occasione per giocare più avanzata, ma poi anche lui ha visto subito che ero più adatta a giocare in un altro modo, e a fare gol, anche. Ovviamente non mi ha più spostato.
  • [«Questa stagione è speciale per il calcio femminile italiano perché è la prima sotto il professionismo riconosciuto a voi calciatrici. Come ti senti rispetto a questo processo di cambiamento che si è finalmente concluso?»] [...] mi sono sempre sentita una professionista, anche se magari non lo ero, non sento che le cose siano cambiate da questo punto di vista. Ovviamente cambia la prospettiva per chi arriverà, per le bambine che iniziano una carriera, pensando di fare questo come lavoro. Questa è una differenza che fra un po' di anni sarà importante, come è importante oggi poter rispondere alla domanda "Che lavoro fai?" con "La calciatrice". Se lo dici in giro le persone non ci credono ancora, ma piano piano ci toglieremo grandi soddisfazioni, secondo me.
  • Si compara sempre il calcio femminile con quello maschile e finché si farà in questo modo non si crescerà mai: io sono di questa idea. Quando guardi la pallavolo femminile e quella maschile, per esempio, non le compari mai. È normale che le donne sono diverse dagli uomini, non bisognerebbe nemmeno sottolinearlo.
  • Ho sempre pensato che la Juventus avesse una marcia in più, anche prima, quando ci giocavo contro e adesso lo sento sulla mia pelle, il motto "Fino alla fine" è ciò che ci rappresenta, quindi anche quando le cose non girano perfettamente sappiamo che abbiamo molta forza e determinazione per rialzarci.
  • [«Se qualcuna ti chiedesse qual è la qualità di cui non si può fare a meno per diventare una calciatrice, cosa risponderesti?»] La determinazione. Bisogna essere pronte a investire in tutta te stessa, avere fiducia e se c'è la passione arriva tutto in modo molto naturale.

Note

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  1. a b Dall'intervista di Valeria Balocco, Storia di Agnese Bonfantini, sognando i mondiali, marieclaire.it, 28 agosto 2022.
  2. a b Da Lucia Pirola, L'orgoglio nerazzurro, i gol in nazionale e i consigli di Zanetti: intervista ad Agnese Bonfantini, calciodonne.it, 29 gennaio 2018.
  3. a b Citato in Miriana Cardinale, Agnese Bonfantini: "Sogno di andare al Mondiale e sfidare Alex Morgan", lfootball.it, 29 aprile 2020.

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