Alain Besançon

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Alain Besançon (1932 – vivente), storico francese.

Citazioni di Alain Besançon[modifica]

  • Siamo molto lontani [...] da un'arte sacra che insegni al fedele che la religione può dare origine a un equilibrio, a una pace, a una felicità e, nell'arte, a una celebrazione di ciò che esiste.[1]
  • Sin dai tempi della Rivoluzione, ma in modo ben più sistematico dall’ultima guerra, in Francia viene applicata la damnatio memoriae. La cancellazione metodica dei simboli della monarchia è stata condotta con un rigore straordinario, in un’orgia di vandalismo e distruzione del patrimonio culturale unica al mondo. La maggior parte delle nazioni europee ha conservato le proprie insegne: la Germania ha mantenuto la sua aquila, la Russia l’aquila bicipite, la Spagna il ricco stemma dei suoi re. Se in Francia venisse reintrodotto l’emblema del giglio (di origine merovingica e, quindi, privo di qualsiasi significato religioso), si scatenerebbe un putiferio. I francesi si devono accontentare di un triste “Rf” sui propri piatti ufficiali laddove, ancora oggi, gli italiani non esitano ad usare un servizio da tavola sul quale figurano le armi di casa Savoia.[2]

Citazioni su Alain Besançon[modifica]

  • In un recente seminario sulla maltollerata influenza di certo cinema americano in Francia, il mio vecchio amico Alain Besançon osservava che un centinaio di scollacciati prodotti hollywoodiani hanno fatto meno danni in Francia di quanti ne abbia fatti in America un solo filosofo francese. (Robert Conquest)

Note[modifica]

  1. Citato in Lucetta Scaraffia, Volti del sacro, ritorno all'umano, in Luoghi dell'infinito, n. 80, anno VIII, dicembre 2004, giuseppeducrot.it.
  2. Da La grande paura degli Europei, traduzione di Sarah del Meglio, in Ideazione, gennaio-febbraio 2004, ideazione.com.

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