Aldo Masullo

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Aldo Masullo (1923 – 2020), filosofo e politico italiano.

Citazioni di Aldo Masullo[modifica]

  • Giordano Bruno ha rappresentato con il suo pensiero una rottura tra l'epoca pre-moderna e il moderno. Il pre-moderno comporta l'idea che vi sia un ordine nella società come in ogni altra cosa e che quest'ordine sia verticale: dall'alto verso il basso; qualcosa, dunque, che evidentemente si profila nei termini di una gerarchia. Ciò che Bruno porta nella filosofia è l'infinità dell'universo. In un universo infinito non esistono centri assoluti: ogni punto è relativamente un centro, rispetto a tutti gli altri. Con Bruno si ha quindi il passaggio da una visione gerarchica a una che non esiterei a definire: anarchica![1]
  • Napoli è la città longeva, è sempre la "nuova città", rinata "nuova" nel V secolo a. C., greca di sangue e di spirito, ma ibridata da innumerevoli culture, offesa da lunghe sopraffazioni e mai arresa. Ogni volta "capta cepit[2]". Il suo genio sta non solo concentrato nei suoi straordinari filosofi, dal nolano e dunque conterraneo Bruno al sommo Vico, ma anche nel tessuto della cultura popolare. Il napoletano non ha ironia, ma tagliente arguzia: così egli si difende non dalla vita, come l'ironico, ma nella vita.[3]
  • Napoli, nel mio sogno, sia pure saltellando e sbeffeggiando come Pulcinella, riuscirà a costruire il rispetto di se stessa. [...] Ho spesso rimproverato Napoli per le sue mancanze, per questa borghesia che ho deprecato per la sua mancanza di unità. A Napoli ci sono molti bravi borghesi, ma non una classe che sappia elevare la vita collettiva di tutti attraverso lo sforzo del dialogo comune, di un progetto.[4]
  • Questo è un tema che ci portiamo avanti da millenni, domandarci quale sia la specificità di Napoli, se vi sia la specificità di Napoli. Da un punto di vista approssimativo, empirico, certamente Napoli ha la singolarità di un carattere dei suoi abitanti che è molto disponibile al rapporto con gli altri. Questo ha una sua origine storica. Chi abita nel basso, a pochi passi da un altro, è inevitabilmente abituato a una consuetudine comune, ed è questa consuetudine comune che lo soccorre nei momenti talvolta di pericolo o nei momenti di difficoltà. Questo è un primo aspetto. Ed è su questo aspetto direi fondamentale, di base, che si sviluppa poi tutta una cultura. La cultura napoletana è una cultura della collettività, dello stare insieme, come si potrebbe dire. Si tratta poi di analizzare se questo stare insieme è soltanto una superficiale ricerca di rimediare a ciò che ci manca, cioè a qualcosa di più profondo del nostro vivere, o se questo stare insieme è esso stesso il profondo vivere che noi cerchiamo. È tutto da decidere e sono millenni che non lo abbiamo ancora deciso.[5]
  • Tra i personaggi, che frequentemente s'incontrano nel grande teatro di Pulcinella che è Napoli, non c'è solo il "guappo". C'e anche l'"anima del Purgatorio". Nei muri agli angoli di strada dei quartieri napoletani autenticamente popolari molto spesso si trovano inserite edicolette votive con tanto di Madonne e Santi, quanto di "anime del Purgatorio". Il loro valore artistico è nullo, ma molto interessante ne è il significato antropologico-culturale. [...] non i diavoli dell'Inferno, o gli angeli del Cielo, ma le anime del Purgatorio abitano Napoli. Sono una popolazione intermedia, che non ha altro destino se non tentare di salvarsi dai peggiori sprofondi e di elevarsi verso una definitiva salvezza da cui resta fatalmente lontana. E per le anime del Purgatorio i popolani pregano; esse hanno una posizione preminente nella loro devozione. [...] L'anima del Purgatorio rappresenta chi non si è perduto del tutto, non è precipitato nell'Inferno, non è scomparso inghiottito nelle cavità senza fondo del suolo di Napoli. Il napoletano in un modo o in un altro in queste cavità si annida e non si perde: piuttosto, come l'anima del Purgatorio, resta sospeso, a mezzo tra l'alto e il basso, tra Paradiso e Inferno. Verticalmente egli si muove senza cambiare luogo, senza spostarsi mai, proprio come orizzontalmente sa fare il ciclista che, esercitando con abilità la sua forza sui pedali, non avanza né retrocede: fermo sulle due ruote, sta in equilibrio o, come si dice, surplace. [...] Allo stesso modo il napoletano, senza mai fare un passo, né avanti né indietro, si mantiene in equilibrio nella sua immobilità.[6]
  • Leopardi sosteneva che l'uomo moderno non prova più passione e sentimento, che trascorre la vita nella noia. Questa disposizione d'animo, questa fondamentale insensibilità alla differenza oggi è accentuata dalla ricchezza di mezzi a nostra disposizione, che moltiplicano le possibilità tecniche perseguendo la quantità fine a se stessa.
  • L'incapacità di percepire le differenze affligge oggi tutte le generazioni, ma è particolarmente insidiosa per i giovani cresciuti sotto il segno del "nulla è impossibile": posso andare in America in poche ore, ballare tutta la notte, riempirmi gli occhi di centinaia di immagini in pochi minuti, posso, posso, posso... una bulimia della quantità nella quale la qualità, cioè il significato, si dissolve. In termini temporali, dominante è la velocità.
  • La forza propulsiva deve venire da chi può di più, quindi dalla politica, dalle istituzioni. Chi, a qualsiasi livello, governa la società deve mostrare cosa significa essere uomini. Perché l'esempio è la sola cosa che conta, l'esempio di chi sta in alto rende possibile lo sforzo collettivo. Solo attraverso l'esempio i governanti possono ottenere il consenso ai sacrifici.
  • La sostanza dell'educazione consiste nel promuovere l'esperienza della differenza e l'esercizio a gustare ciò che non è banale, così si formano personalità forti.

Note[modifica]

  1. Citato in Davide Giacobbe, Masullo: la rivoluzione di Giordano Bruno, corriereirpinia.it, 27 settembre 2013.
  2. Conquistata, conquistò [il vincitore].
  3. Dall'intervista di Davide D'Alessandro, Filosofeggiando con... Aldo Masullo, ilfoglio.it, 3 aprile 2019.
  4. Citato in Il sogno di Masullo, cittadino onorario: «Vorrei che Napoli costruisca il rispetto di stessa», ilmattino.it, 8 giugno 2018.
  5. Dall'intervista di Fiorinda Li Vigni, Aldo Masullo – Inoperosità, iisf.it, 19 marzo 2020.
  6. Da Aldo Masullo e Claudio Scamardella, Napoli siccome immobile: Aldo Masullo intervistato da Claudio Scamardella, Guida Editori, Napoli, 2008, pp. 27-28. ISBN 978-88-6042-476-1

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