Aleksandr Konstantinovič Voronskij
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Aleksandr Konstantinovič Voronskij (1884 – 1937), critico letterario e letterato russo.
- [ A proposito di Sergej Esenin] Mi fece l'effetto di un ospite casuale, solo e abbandonato, capitato chissà perché in quella città di petrolio, di smog e di polvere, come se non gli importasse nulla di dove rifugiarsi e attraccare.[1]
- [ A proposito di Esenin] Quando arrivai lo trovai seduto sul letto, che singhiozzava. Aveva il viso inondato di lacrime e spiegazzava un fazzoletto bagnato. – Non m'è restato nulla. È terribile. Né parenti, né amici. Niente, nessuno da amare. Non mi resta che la poesia. Le ho dato tutto, capisci? Tutto. La chiesa, il villaggio, l'orizzonte, i campi, il bosco. E tutto questo mi ha abbandonato. – Continuò a piangere per più di un'ora.[1]
- [A proposito di Esenin] Non notai in lui la minima traccia di posa, anzi aveva una grazia seducente, umile e conquistatrice, dolce e dura al tempo stesso.[2]
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Elvira Watala, Wiktor Woroszylski, Vita di Sergej Esenin, traduzione dal polacco di Vera Petrella, Vallecchi Editore Firenze, 1980.
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