Alfred von Reumont

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Alfred von Reumont

Alfred von Reumont (1808 – 1887), diplomatico e studioso tedesco.

  • L'Università di Berlino, acquartierata davanti alla casa degli Hohenzollern è la guardia del corpo intellettuale dell'impero Germanico.[1]

Incipit di alcune opere[modifica]

Del Monte di Venere ossia Labirinto d'amore[modifica]

Antichissimo è in Germania il mito del monte di Venere o di Freia (Venusberg-Frenenberg), mito in vari modi e posti localizzato o trasformato, ma nel, quale, al pari d’altri somiglianti casi, è chiaro il collegarsi delle nozioni del politeismo classico con quelle della germanica mitologia. Il monte di Venere ossia Labirinto d’amore della tradizione rinchiude nelle sue viscere luoghi deliziosissimi, boschi, giardini, prati e laghi, che servono d’abitazione alla Dea della bellezza e alla di lei corte.

La gioventù di Caterina de’ Medici[modifica]

Nella cappella de’ Medicei depositi, che il pontefice Leone X fece cominciare da Michelangiolo Buonarroti, allorquando la speranza della durevole grandezza, e dell’alto splendore di quel ramo della sua famiglia dal quale ei discendeva, per parecchie improvvise e immature morti seguite una dopo l’altra era spento, veggonsi uno dirimpetto all'altro due monumenti di mole e di forma uguale. In uno di essi riposano sul sarcofago due figure allegoriche: le quali, a ciò che si crede, rappresentano l’Aurora e il Crepuscolo, simboleggianti la fine immatura, e la rapida sparizione di ardite speranze.

Sismondo de Sismondi[modifica]

L'Italia più d'ogni altro paese ha sempre attratto ed occupato di sè i forestieri; nè intendo per questo ch'ella se n'abbia a rallegrare; poiché cosa abbia fruttato questa forza d'attrazione, osservata sotto l'aspetto politico, noi lo vediamo ogni giorno con gli occhi nostri senza bisogno di svolgere le pagine dei suoi annali, e sotto l'aspetto letterario ce lo dimostrano quelle infinite sozzure, le quali anno per anno riboccano dai torchi di Francia, d'Inghilterra, e sopratutto d'Alemagna, il perché fu detto ingegnosamente l'Italia essere stata mai sempre oltraggiata in antico dalle armi, e adesso dalle penne dei Barbari che la visitano.

Note[modifica]

  1. Citato da Antonio Cardarelli nella Tornata del 1 dicembre 1883 della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).

Bibliografia[modifica]

  • Deputazione di Storia Patria per la Toscana, Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871), Firenze, presso G. P. Viesseux, coi tipi di M. Cellini e C., 1871.
  • Alfred von Reumont, La gioventù di Caterina de' Medici, traduzione di Stanislao Bianciardi, Firenze, Felice Le Monnier, 1858.
  • Alfredo Reumont, Sismondo de Sismondi, traduzione di Carlo Bini, in "Scritti editi e postumi", 1849.

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