Algernon Blackwood

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Algernon Blackwood

Algernon Henry Blackwood (1869 – 1951), scrittore britannico.

Incipit di alcune opere[modifica]

Magie e sortilegi[modifica]

Esistono certe persone che si direbbero assolutamente insignificanti, totalmente sprovviste di quelle caratteristiche che invitano all'avventura, le quali tuttavia, qualche volta nel corso della loro vita metodica, sono fatte oggetto di esperienze tanto strane, che il mondo intero trattiene il fiato... e preferisce distogliere gli occhi!
Erano casi di questo tipo forse, più degli altri, che cadevano nella rete dello psicologo John Silence e, facendo appello alla sua profonda umanità, alla sua pazienza, e alla sua grande capacità di comprensione, conducevano spesso alla rivelazione di problemi tra i più strani e complessi, e di enorme interesse umano.

L'adoratore del mare[modifica]

Il mare quella notte cantava; l'alta marea accarezzava il lunghissimo litorale coprendolo di soffice schiuma, e le onde, crestate di bianco, morivano sulla costa modulando una canzone misteriosa. Alta, in un cielo senza nubi, l'antica incantatrice, la Luna piena, ne spiava la danza sulle spiagge lisce, guidandole mentre incedeva lentamente. E sembrava proprio che al chiaro di Luna, di là dallo sciabordìo delle onde, il mare cantasse davvero; s'avvertiva una nota singolarmente armoniosa e densa di significati, come se queste comuni attività della natura fossero pervase del flusso di processi fuori del comune che stessero per attraversare quel confine che le separa dall'autoconsapevolezza della vita. Sul mare aleggiava un lieve vapore luminoso, in lontananza, un tappeto trasparente attraverso il quale le onde lunghe scivolavano dolcemente verso la spiaggia.

L'appuntamento[modifica]

Mentre scendeva dal treno, ricordava quella conversazione come se fosse avvenuta ieri e non quindici anni prima, e il cuore gli batteva tanto forte in petto che gli sembrava di udirlo. Riprovava le stesse sensazioni di allora, la stessa ansia mista a desiderio, come se il tempo non fosse tragicamente passato. Qui, nei luoghi dov'era nato, si rese conto con pena e meraviglia che gli anni trascorsi non avevano affatto cancellato, ma solo indebolito, quelle sensazioni. L'estasi d'amore mai dimenticata fiammeggiò nuovamente in tutto il suo splendore. E lo shock dell'improvvisa scoperta frantumò il tempo passato: quindici anni divennero soltanto un istante trascurabile; le esperienze intervenute nel frattempo avevano la stessa consistenza dei sogni[1].

Una storia di fantasmi[modifica]

«Sì», disse lei, seduta in un angolo buio, «vi racconterò una storia, se lo desiderate. E, per di più, ve la racconterò in breve, senza tanti giri: voglio dire, senza particolari superflui. È una cosa che i narratori non fanno mai, come ben sapete», rise. «Si perdono in una serie di cose senza importanza e lasciano i loro ascoltatori a sbrogliare la matassa; io invece vi dirò solo l'essenziale e potrete farne ciò che vi piacerà. Ma ad una condizione: che alla fine non mi facciate domande, perché non sono in grado di rispondervi e comunque non avrei voglia di farlo.»

La casa vuota[modifica]

Certe case, come certi individui, riescono a rivelare all'istante il loro carattere malefico. Nel caso dei secondi non c'è necessità di qualità particolari che ne rivelino l'essenza: possono sfoggiare un viso aperto e un sorriso innocente, e ciò nonostante basta averci un po' a che fare per avere la ferma convinzione che vi sia qualcosa di profondamente sbagliato in loro; che siano, cioè, malvagi. Volenti o no, questi individui comunicano un'aria misteriosa e di cattive intenzioni, che fanno sì che le persone intorno si allontanino da loro come da qualcosa di infetto. Forse con le case vale lo stesso principio, ed è quell'atmosfera di malefatte compiute in una particolare abitazione, molto dopo che i loro responsabili sono morti, che fa venire la pelle d'oca e rizzare i capelli.

Note[modifica]

  1. Una nota a pie' di pagina recita: "Algernon Blackwood (1869-1951). Inglese trapiantato negli USA, autore di storie fantasy e di fantasmi, ha creato un notevole personaggio col suo John Silence, investigatore dell'occulto. Benché non si tratti di un autore strettamente fantascientifico, Urania è lieta di ospitarlo nelle sue pagine, nell'intento di far conoscere ai suoi lettori uno scrittore dalle notevoli capacità evocative. (N.d.C.)".

Bibliografia[modifica]

  • Algernon Blackwood, Magie e sortilegi, traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di streghe", a cura di Gianni Pilo, Newton & Compton, 1996. ISBN 8881834480
  • Algernon Blackwood, L'adoratore del mare, traduzione di Claudio De Nardi, Mondadori, 1993.
  • Algernon Blackwood, L'appuntamento, traduzione di Claudio De Nardi, Mondadori, 1993.
  • Algernon Blackwood, Una storia di fantasmi, traduzione di Maria Teresa Tenore, in "Storie di fantasmi", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton, 1995.
  • Algernon Blackwood, La casa vuota, traduzione di Gabriele Scalessa, in "Il Fantastico. Tradizioni a confronto", a cura di Roberto Colonna, Edizioni Arcoiris, 2015.

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