Andrew Vachss
Andrew Vachss (1942 – 2021), scrittore statunitense.
Contro il male
[modifica]La prima volta che finisci dentro pensi che la tua condanna durerà per sempre. Ben presto però impari una cosa: non importa quanto tempo ti devi fare, certi periodi non ci mettono niente a passare.
L'ariano serrò i pugni, abbassando lo sguardo sugli avambracci enormi, da cartoni animati, come per assicurarsi che tutti quei muscoli dai tendini d'acciaio fossero veri. Era sbarellato per gli steroidi, ma nella fase discendente, ed era intontito e pericoloso.
L'ispanico non distingueva un cormorano dal Corano, ma era un idiota che conosceva soltanto la violenza, con l'intelligenza cinetica di un pitbull.
Si fronteggiavano in un angolo remoto del cortile della prigione, invisibili per i secondini del piano terreno grazie al movimento fluido e costante degli altri detenuti attorno a loro.
Il buio nel cuore
[modifica]La prima volta che uccisi un uomo, avevo paura. Non paura di farlo: lo feci perché avevo paura.
Shella mi disse che era successo anche a lei, la prima volta che aveva fatto sesso.
Io all'epoca avevo quindici anni. Shella ne aveva nove.
Ci incontrammo per caso a Seattle. Mi trovavo in un night, e cercavo un tizio. Lei ballava, si spogliava al ritmo della musica, strusciandosi contro un palo che pareva quello da cui si calano i pompieri.
Dopo il numero, si avvicinò al mio tavolo, nel retro del locale, indossando una vestaglia trasparente sopra il tanga. Credevo che tra un numero e l'altro facesse l'entraîneuse, ma mi sbagliavo. Come cani ciechi, udimmo lo stesso richiamo silenzioso. Ci riconoscemmo al buio.
La seduzione del male
[modifica]Arrivando a casa a bordo della mia Plymouth voltai l'angolo con cautela, come facevo sempre. Il mio garage era ricavato nel seminterrato abbandonato di una vecchia industria tessile trasformata anni prima in una serie di mansarde di lusso. Sopra gli appartamenti ristrutturati dagli architetti gli inquilini yuppie pensavano che ci fosse spazio solo per strisciare. Io vivevo lì.
Un amico mi aveva fatto una derivazione per l'elettricità e aveva installato un lavandino con water annesso, il tutto in acciaio inossidabile. Poi aveva aggiunto una doccia in fibra di vetro, una cucina a due fornelli, un condotto che mi collegava al riscaldamento centrale... E quel posto era diventato la mia casa.
La vendetta di Burke
[modifica]Che cosa ci vuole per sedersi a un tavolo davanti a un uomo, ascoltarlo parlare, guardarlo negli occhi... E poi fargli schizzare il cervello sulla carta da parati?
Nulla.
E più lo fai, più diventa facile.
«Non hai ancora trovato un posto?»
La voce al cellulare sembrava annoiata, ma io sentivo piccoli vermi contorcersi ai suoi bordi. Impazienza? Nervosismo? Non avevo modo di saperlo.
«No», gli dissi. «E se non ne trovo uno entro un paio di minuti, rimanderemo alla prossima volta.»
«Ehi, amico, vaffanculo, capito? Non ci sarà nessuna prossima volta.»
«Come preferisci.»
Bibliografia
[modifica]- Andrew Vachss, Contro il male, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 2002. ISBN 8820033887
- Andrew Vachss, Il buio nel cuore, traduzione di Laura Serra, Frassinelli, 1997. ISBN 8876844880
- Andrew Vachss, La seduzione del male, traduzione di Alfredo Colitto, Sperling & Kupfer, 2000. ISBN 8820029839
- Andrew Vachss, La vendetta di Burke, traduzione di Alfredo Colitto, Sperling & Kupfer, 2001. ISBN 882003252X
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