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Angelo Caroli

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Angelo Caroli (1937 – 2020), giornalista, scrittore e calciatore italiano.

Citazioni di Angelo Caroli

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  • [Su Michael Laudrup] Che sia un talento nessuno lo discute, che sia un talento espresso in modo incompleto è altrettanto inconfutabile. E una cosa è assolutamente certa: fa rabbia sapere che nelle gambe di Laudrup c'è un tesoro, che resta però sommerso e che l'interessato non riesce a spendere come dovrebbe.[1]
  • [Su Paolo Rossi] È un ragazzo sveglio, giocatore che possiede il raro dono di percepire, con largo anticipo rispetto all'avversario, il punto esatto dove passa la traiettoria del pallone. E allora sfrutta al massimo questa proprietà naturale, a volte facendosi poco notare ma risultando di estrema utilità. Non è il panzer egoista che parcheggia pigramente in area di rigore, in attesa che il gioco si sviluppi secondo condizioni a lui favorevoli. Sta sempre in movimento, partecipa al gioco corale, sostiene gli altri reparti con preziosi ripiegamenti e mettendo al servizio dei colleghi d'attacco la squisitezza tecnica nel dialogo.[2]
  • [Sull'addio di Pietro Anastasi alla Juventus] [...] improvvisamente l'umiltà scomparve, lo sguardo di Pietruzzo si rabbuiò. Visse momenti tristi, molti lo capirono, altri lo consigliarono male. E venne il giorno del dissenso. Si sfogò [...], vide congiure di palazzo attorno alla sua figura di capitano senza macchia e senza paura. E, frattanto, non riusciva ad offrire alla squadra il rendimento delle stagioni passate. [...] Ci fu la separazione, irrimediabile e logica [...].[3]
  • [Sulla Juventus] Lascio la sede [...] dopo aver respirato per l'ennesima volta l'atmosfera bianconera, piena del fragrante profumo del successo, che è il succo della filosofia del club e che, insieme con lo stile, è il distintivo che la Signora non si toglie mai.[4]
  • [Su Romeo Benetti] Strutturalmente è piantato a terra come una radice di una vecchia quercia; avendo giocato da giovane ad hockey su ghiaccio, mostra nei movimenti un certo impaccio che è residuo dell'antica disciplina da lui praticata. Per questo è ben ancorato al terreno di gioco, con il baricentro difficilmente "rimovibile" dall'urto di un avversario. La potenza nell'azione, l'asprezza nei contrasti, la continuità nello spingere le sue poderose gambe, sono le armi efficaci di un centrocampista che è diventato, con il trascorrere degli anni, il pilastro della nazionale italiana.[5]
  • [Su Francesco Morini] Un vero "pirata" del calcio, un francobollo rompiscatole che è meglio girargli alla larga. Non ha molta grazia (a che serve, dirà lui, l'importante è non far beccare il pallone agli altri!), nel senso che non tira di fioretto; preferisce le piattonate con tanto di spada o di scimitarra. È un vero "corsaro" e quando affonda i colpi, attaccante salvati! Ma non è cattivo. Tutt'altro. È piuttosto tignoso, appiccicaticcio, asfissiante, ossessivo, spigoloso e, soprattutto, concentrato al massimo.[6]

Note

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  1. Da L'asso sommerso, Guerin Sportivo nº 6 (680), 10-16 febbraio 1988, p. 24.
  2. Da Hurrà Juventus; citato in Paolo Rossi, la nostra storia, juventus.com, 10 dicembre 2020.
  3. Da Anastasi, odio e amore, Stampa Sera, 14 gennaio 1977, p. 15.
  4. Da Ho conosciuto la Signora, Graphot, 1987, p. 182.
  5. Da Hurrà Juventus, 1976; citato in Black&White Stories Summer: il ritorno di Romeo, juventus.com, 4 settembre 2020.
  6. Da Ciccio Morini il "Morgan" Bianconero, Hurrà Juventus nº 2, febbraio 1972, pp. 36-39.

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