Angelo da Vallombrosa

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Una pagina di Omelia in laude di Maria

Angelo da Vallombrosa (1455 – 1530), abate italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Epistola ai Fiorentini[modifica]

Frate Angelo peccatore Anachorita del heremo di Vallombrosa exhorta li Magnifici S. & Po. Fiorentino che reiecte le passioni & ogni dubio pseuerino nell amicitia del principe di dio Carlo Re di Francia.
Sono stati alcuni a me Magnifici S. & Po. & non senza molta confidentia mhanno adimandato se la expositione che habbiamo facta nelle nostre epistole delli capitoli sacre apocalipsis e preceduta da noi prescientia nostra ouero pre priuata reuelatione hauuta dalcuno sancto Angelo o sommo dio.

Epistola al Doge e al Senato veneto[modifica]

Angelo peccatore anachorita dello heremo di Valle umbrosa desidera che el serenissimo principe et magnifico dominio Veneto non si opponga alla incommutabile dispositione diuina.
Seria (credete a me) molto salubre, opportuno et felice al dominio Veneto illustrissimo principe ac potente Senato che fusse dello ingenio uedere et prudentia in questo acto del quale et il populo Fiorentino cioe che etiam con graue Iactura et damno conuertissi in fauore del ministro et exequtore della diuina uolunta Carolo Re di Francia, quello expone et conuerte in odio o cieca et stolta emulatione.

Epistola alle matrone e donne fiorentine[modifica]

Angelo peccatore anachorita del heremo di valembrosa con molta oratione priega le magnifice et deuotissime matrone et donne fiorentine habbino commendata la florida cipta et ornata patria sua. Hauendo noi con uarie nostre epistole si a prelati et clero si alla signoria et popol fiorentino matre in Christo continentissime non sanza molte fatiche et uigilie con dilignete studio assai insudato conseruare li amatissimi mariti, cipta et prouincia uostra imminente pericolo damno et ruina et mantenergli nel suo stato et nella gratia del nostro creatore dio sommo optimo et maximo.

Explicit di Omelia in laude di Maria[modifica]

O madre di Dio & della misericordia ti exhorto, ti conforto, ti priego, & ad te con tucto el core, con tucti li spiriti & sensi miei adimando & supplico ci facci degni dessere come e uno seruo mercennario in chasa del tuo dolcissimo figluolo, & participi della tua æterna & sancta beatitudine. Dixi.

Bibliografia[modifica]

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