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Annamaria Fassio

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Annamaria Fassio (1941 – vivente), scrittrice e docente italiana.

Intervista di Dario Geraci, librimondadori.it, 12 agosto 2009.

  • Ho conosciuto Ed McBain in occasione di un corso di scrittura poliziesca. Quattro giorni di full immersion nel mondo del Giallo e della scrittura. Un'esperienza unica... Dopo il corso abbiamo iniziato a scriverci e, senza presunzione, posso dire che siamo diventati amici. Mister Evan era un uomo eccezionale, di una sensibilità ed umanità incredibili. Mi chiamava "Annamaria, Secondo me", perché i miei interventi iniziavano spesso con "secondo me". Una cosa che ricordo di lui è la sua generosità e il suo umorismo. Molto anglosassone, direi. Non si risparmiava mai, anche quando era ormai alla fine ha trovato il tempo per inviare un breve messaggio ai bambini della mia classe. Stavamo lavorando sulla sceneggiatura degli Uccelli e Mister Evan li esortava a non stare troppo vicino alla finestra, soprattutto se in giro c'erano gabbiani e corvi.
  • Il mio rapporto con il Giallo è personalissimo e fa parte da sempre della mia vita. Ho iniziato a leggere mistery intorno ai dieci anni (partendo da zia Agata, ovvio) e da allora non ho mai smesso. Mi piace scrivere Gialli perché ogni volta è una grande sfida. Metto in scena i miei personaggi, tramo e brigo, annodo e riannodo. Mi diverto molto, anche se non sempre sono rose e fiori perché quando scrivo sono  davvero esigente con me stessa. Penso che Tesi di laurea sia il libro a cui sono più affezionata perché ha una storia forte e importante che mi convince sempre a distanza di anni. Probabilmente lo riscriverei tale e quale. E poi c’è Gangster che, ancor prima di Shanghai, ha impresso una svolta alla mia scrittura. In Gangster l'elemento forte è stata la raccolta della documentazione. E anche per questo aspetto devo ringraziare Mister Evan. Lui diceva sempre: "Sei mesi per documentarmi, tre mesi per scrivere".
  • Una piccola confidenza. I miei antenati erano cinesi, capitati in Italia, precisamente a Venezia, all'inizio dell'Ottocento. Sicché il romanzo [Shanghai] è anche un omaggio alle mie antiche, ma mai dimenticate, origini.

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