Antonio Cifrondi
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Antonio Cifrondi o Zifrondi (1656 – 1730), pittore italiano.
- Fu il Zifrondi pittore facile, sicuro nel disegno, pronto all'invenzione, e spedito nell'operare, essendo solito di far poco più che alla prima, abbozzando, e terminando nello stesso tempo le sue pitture; ed avendo egli così obbediente la mano a' suoi pensieri, e possedendo sì gran franchezza di pennello; ogni minimo indugio a veder comparire sulla tavola il proprio concetto, gli pareva mille anni; e per questo usava per lo più il colore molto liquido, valendosi talvolta per mezza tinta del nero della mestica, e talvolta ancora valendosi in certi luoghi della medesima senza altro colore; e pure ciò non ostante la maggior parte delle sue opere sono di grande forza, e si conservano lucide e fresche, che pajono appena colorite; e vanno sin ora esenti dal difetto che ebbero altri valent'uomini.
- Se la fecondità, e prestezza del pennello di Antonio Zifrondi fosse stata accompagnata da maggior diligenza e finimento, sarebbe certamente arrivato non dico a sorpassare, ma bensì ad emulare quella del famoso Tintoretto. Creato dalla natura pittore, ebbe da questa tanti e sì abbondevoli doni, che in poco tempo arrivò, ove tant'altri con immense fatiche non giunsero.
- Trovandosi egli in Gandino[1], fece scommessa di qualche somma di denaro, che nel breve spazio di tempo, in cui nella Chiesa si cantava il Vespero[2], avrebbe dipinto un quadro ben istoriato di mezzana grandezza: in fatti accintosi all'opera, come quegli che non aveva bisogno di tempo per formare prima il disegno, con tocchi magistrali ne fece l'abbozzo, e lo ridusse anco a perfezione avanti che fosse terminato il Vespro, con istupore e meraviglia de' riguardanti, e con molta soddisfazione e piacere di lui, che si smascellava dalle risa per aver preso a gabbo chi di sì prodigiosa prestezza non lo credeva valevole.
Note
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