Arturo Lancellotti
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Arturo Lancellotti (1877 – 1968), scrittore e critico d'arte italiano.
Un signore del riso: Angelo Musco
[modifica]- Strana e laboriosa carriera quella di Angelo Musco! Questo piccolo uomo, tutto fuoco, tutto nervi, tutta agilità, che domina le platee e corre per i palcoscenici come per la sua casa, che si direbbe nato sul teatro, ha dovuto, come Massimo Gorki, prima di trovare la sua vera strada, percorrerne molte altre umili, diverse, inverosimili. Quattordicesimo figlio di un malese che morì quand'egli appena era venuto al mondo, dovette subito mettersi al lavoro per sollevare la miseria della povera madre vedova. E fu, quasi da ragazzo, consecutivamente, sarto, berrettaio, falegname, ebanista, fornaio... (p. 157)
- Quali sono le ragioni del successo di Musco? Una comicità insita nel suo temperamento, sviluppata con lo studio e propria a lui solo.
Tutto è comico in lui: il gesto, il timbro della voce rauca, il gioco vivacissimo dei muscoli del volto. Questa comicità, così sentita dall'artista, non è sempre la stessa, ma le sue sfumature variano col variare dei caratteri ch'egli impersona, ora essendo aperta come nel Paraninfu, ora un po' amara come ne L'aria del continente, ora melensa come nel San Giovanni Decollato. Perciò egli è veramente un interprete eccezionale, un vivo creatore di tipi e figure. (p. 160)
- Quando Angelo Musco riceve un nuovo copione, studia la sua parte con ardore. Per otto giorni egli non vive d'altro che della vita e delle vicende del personaggio affidatogli, e finisce con l'immedesimarsene a tal segno da dimenticare quasi la propria personalità. Insieme a lui i compagni sostengono la stessa disciplina, e la commedia nuova va in iscena, fino dalla prima sera, come se fosse vecchia di qualche anno, e, dopo una settimana, nessuno ha più bisogno dell'aiuto del suggeritore, la cui buca viene, quindi, chiusa. (p. 161)
Bibliografia
[modifica]- Arturo Lancellotti, Un signore del riso: Angelo Musco, in Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti, vol. CCXX, settembre 1922, pp. 157-163.
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