Boris Pahor

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Boris Pahor, 2015

Boris Pahor (1913 — 2022), scrittore italiano di etnia slovena.

Citazioni di Boris Pahor[modifica]

  • Dimmi [...] ti sembra che io sia nazionalista solo perché voglio ricordare che è esistito il fascismo?[1]
  • Pidocchi ci chiamavano a noi sloveni, [...] gente senza lingua e senza civiltà. Nel ‘42 finii soldato in Cirenaica, in una legione chiamata Ventotto Ottobre. Ero una cimice, ma in battaglia servivano anche le cimici. Insieme a me c'erano camicie nere; io pensavo fossero soldati speciali e invece erano stati mandati a combattere con cannoncini austriaci della Grande Guerra e moschetti buoni per sparare ai gatti. Erano bersagli garantiti, perché gli inglesi sparavano sul nero, odiavano i fascisti. Al fronte non erano affatto alteri come i fascisti che incendiavano i nostri villaggi... Erano ragazzi anzianotti, misera gente come miseri eravamo noi sloveni. Servi anche loro. Come noi.[1]

Incipit di Dentro il labirinto[modifica]

Era la fine di dicembre. Mentre fervevano i preparativi delle feste, lui passeggiava sul lungomare di Barcola senza lasciarsi incantare dal paesaggio che solitamente gli veniva in soccorso dando una sferzata al flusso dei suoi pensieri. Non riusciva a tener fede all'impegno di recuperare le vicende del dopoguerra per il suo archivio personale: quei remoti avvenimenti lo lasciavano freddo e indifferente. Non era più nemmeno convinto che avesse un senso indagare le esperienze passate; trascorreva perciò i suoi giorni nella pigra attesa di trovare un pretesto che lo svincolasse dalla promessa che aveva fatto a se stesso.

Citazioni su Boris Pahor[modifica]

  • Forse la sua longevità era una vendetta, mi venne da pensare, contro il fascismo che gli avevano rubato venticinque anni vita, impedendogli di parlare la sua lingua. Era la risposta all’ostracismo di chi, nel dopoguerra, non aveva voluto si sapesse che nella città “italianissima” c’era un uomo capace di scrivere in un’altra lingua, tanto più se si ostinava a sbugiardare le amnesie di una terra dove il fascismo aveva dato il peggio di sé. Era il conto da regolare con una fama beffarda, che l’aveva fatto conoscere ovunque nel mondo, ma non nel suo Paese. Una diga rotta appena a 95 anni, quando il suo capolavoro, Necropolis, sul suo internamento in un Lager nazista, era stato “scongelato” dopo 40 anni e tradotto in Italia. (Paolo Rumiz)

Note[modifica]

  1. a b Citato in Paolo Rumiz, È morto Boris Pahor, scrittore del secolo, repubblica.it, 30 maggio 2022.

Bibliografia[modifica]

  • Boris Pahor, Dentro il labirinto, traduzione di Martina Clerici, Fazi Editore, 2011. ISBN 9788881121858

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