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Bruno Mugellini

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Bruno Mugellini (1912)

Bruno Mugellini (1871 – 1912), pianista, compositore e insegnante italiano.

Nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista

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  • I principali difetti che si riscontrano negli allievi delle nostre scuole [di pianoforte] sono: la monotonia del tocco, la pochezza del suono in quelli di poca età che non siano notevolmente robusti, l'affaticamento eccessivo che spesso li costringe a dover interrompere lo studio per settimane e mesi, ed infine la deficenza grande e veramente deplorevole in tutti gli allievi (dei primi e degli ultimi anni) d'un repertorio di pezzi pronti ad essere suonati ad ogni richiesta.
    Tutte queste cose derivano dallo stesso motivo, tutte! la tecnica pianistica basata su principi falsi. (p. 141)
  • La caratteristica della tecnica [pianistica], generalmente diffusa in Italia, si basa sopra il principio di rendere le dita assolutamente indipendenti dalla mano e dal braccio, per mezzo d'una continua ed ampia articolazione; nell'escludere l'azione del braccio da ogni specie di tecnica, col tenerlo immobile per quanto è possibile, in un meccanismo per l'esecuzione degli staccati, delle note doppie staccate, e delle ottave cosi detto di polso nella immobilita più grande della palma della mano.
    Noi non possiamo pensare alle prime lezioni di pianoforte che ricevemmo da bambini, senza che scaturisca ancora oggi, dai nostri ricordi, lo sgomento delle innumerevoli proibizioni fatte a noi dal Maestro! Un vero regno dispotico, perché le proibizioni erano indiscusse ed indiscutibili. Ricordate le tortura che ci causarono le prime scale, con relativi esercizi sloganti sulla voltata del pollice a mano ferma? E gli arpeggi? E le ottave? (pp. 141-142)
  • Se il costringere uno scolaro a dei sistemi simili avesse per conseguenza di rendere più noioso e più lungo lo studio del pianoforte, il male non sarebbe poi tanto grande!
    Ma le conseguenze di questo sistema vanno molto più oltre; ho già detto come la tecnica pianistica, basata «tutta» sulla articolazione delle dita, porti ad una uniformità di tocco veramente povera, impedisca un legato assoluto (specie nel forte) non dia il mezzo per raggiungere potenti sonorità. Vorrei che i maestri rivolgessero a loro stessi la seguente domanda: tengo io in gran cura che l'allievo, specie in principio, apprenda le molte varietà del tocco e le distribuisca a seconda dei casi che gli si presentano? Ebbene, molti, molti maestri risponderanno a loro stessi negativamente: ma non si può insegnare ciò che non si sa. (pp. 144)

Bibliografia

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