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Carla De Bellis

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Carla De Bellis (1948 – vivente), saggista e poetessa italiana.

Citato in Giorgio Linguaglossa, lombradelleparole.wordpress.com.it, 20 dicembre 2017.

  • Se nella gnosi islamica il Cosmo e l'Uomo appaiono stringersi in un Tutto che, in quanto insieme di "forme teofaniche", è il riflesso dell'Unità divina, ecco emergere l'immagine dello specchio: perché l'"Essere divino" compie il gesto creativo per il desiderio di essere conosciuto attraverso il riflesso di uno specchio. Con la sua particolarizzazione fenomenica, tuttavia coesa nella coerenza di un Tutto, il Mondo appare allora come un Libro: un "fenomeno della scrittura", dove ognuno dei segni, particolari e manifesti, è leggibile come simbolo, proprio in quanto materica manifestazione significante il divino. Il Mondo manifesto, dunque, è contesto in una sintassi simbolica e ad altro ogni suo segno rimanda. Un linguaggio, tutto da decifrare, tesse una realtà specchiante e traslata.
  • La poesia persiana è in genere considerata intraducibile, e soprattutto per tale motivo molti dei testi presenti in questa Antologia non sono stati finora mai tradotti in una lingua occidentale. Henry Corbin, a proposito della difficoltà del tradurre gli scritti teosofici persiani, rilevava la mancanza, nelle lingue occidentali, di un lessico e di un sistema di concetti e di immagini adeguati ad esprimere le visioni dello sciismo [...]. Un esempio, per tutti, della difficoltà della traduzione. Abu Sa'id loda i neri capelli dell'Amata nel contesto di una lirica d'amore: ne loda la nerezza. Ma il termine che sta per nerezza in neopersiano significa anche miscredenza, per cui l'elogio di quei capelli contiene in sé il significato parallelo di un elogio della miscredenza, che il mistico pronuncia elevandosi al di sopra di ogni professione esteriore di fede e delle norme islamiche ortodosse, sentite come un limite nell'intimo dialogo col divino. Se si traduce secondo l'elogio dei neri capelli, si esclude non tanto il significato proprio, quanto il significato doppio del testo, e, se invece ci si pone ad esplicare la complessità del senso, si perde la sintesi del linguaggio poetico, con le sue figure.
  • La rosa di poeti scelti abbraccia un arco di più di mille anni. È stato possibile seguire questo filo millenario per il fatto che esso non si interrompe: la lirica persiana e il suo discorso d'amore rimangono classicamente costanti così a lungo. C'è solo, nei vari tempi, una specie di viraggio dei colori e un accendersi o attenuarsi di alcuni toni (come accade, ad esempio, nel periodo del cosiddetto "stile indiano"), oppure un parziale mutamento di senso di alcuni contenuti, che tuttavia restano, nel loro dirsi, stabili. 

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