Catherine Dunne

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Catherine Dunne (1954 – vivente), scrittrice irlandese.

Incipit di alcune opere[modifica]

Il viaggio verso casa[modifica]

Era sempre così, l'ultimo tratto del viaggio.
Tutto cospirava contro di lei: le luce giallognola che fendeva irregolarmente, in linea obliqua, l'autostrada dell'aeroporto, le goccioline di pioggia che si ammassavano sul parabrezza, il minaccioso avvicinarsi di fari fulminei nello specchietto retrovisore. Le automobili avanzavano rombando, schizzavano e serpeggiavano da una corsia all'altra come enormi insetti impazziti, tenendo i suoi sensi sul chi vive. Anche i motociclisti parevano pià disinvolti e spericolati del solito.

L'amore o quasi[modifica]

Anche se erano passati cinque anni, a Rose veniva ancora un piccolo, piacevole brivido di orgoglio ogni volta che guardava le insegne sopra la porta: «Bonne Bouche Catering» e «Spice of Life». E le piaceva anche trovare Sarah e le sue sorelle già là quando arrivava la mattina. La loro presenza scaldava il grigiore industriale, le dava quasi la sensazione di essere a casa.
Sorseggiò il tè, sfogliando le fatture del giorno prima. «Come mai la festa di compleanno di stasera è aumentata all'improvviso di tante persone... di nuovo?» domandò appena Sarah ebbe finito la telefonata.

La metà di niente[modifica]

Prologo
In principio c'è una famiglia. Non è niente di eccezionale, è una famiglia normalissima, proprio come la vostra e la mia.
Questa famiglia è composta da cinque persone. Il padre si chiama Ben. Ha quarantacinque anni, è pelaticcio e ha un accenno di pancetta. Lavora in proprio e porta a casa il pane. Vuole bene ai figli e non picchia la moglie.
Rose è la madre. Ha quarantadue anni, ed è un po' affaticata da vent'anni di guerra con il giro vita. È una madre affettuosa, una massaia efficiente e non tradisce Ben.

Quel che ora sappiamo[modifica]

Domenica 21 settembre 2008

«Portami a casa» ha detto Ella. «Devo tornare a casa.»
All'inizio ho pensato di non aver sentito bene. Il vento frustava le parole e le scaraventava fuori bordo, lontano dall'Aurora. «Cosa c'è?» ho gridato. «Non ti senti bene?»
Ci eravamo appena ingavonati, di quarantacinque gradi buoni. Gli spruzzi ci avevano infradiciato e sul ponte scintillavano piccole pozze d'acqua. Baluginavano piene del sole del tardo pomeriggio. Eravamo nel nostro elemento.

Tutto per amore[modifica]

Novembre 1999

Le tre in punto. Un pomeriggio tetro, grigio acciaio. Un cielo con un piede ben piantato oltre la soglia dell'inverno.
«Sei pronta?» chiede Julia.
Lucy annuisce. «Sì, pronta».
«Copriti bene.» Julia si avvolge una sciarpa al collo e si infila i guanti. «Mi sa che fa un gran freddo là fuori.»
Lucy alza il bavero e ficca le mani nelle tasche del cappotto. «Sono a posto. Andiamo.»
Julia fa per dirigersi verso la porta.
«Aspetta.»

Bibliografia[modifica]

  • Catherine Dunne, Il viaggio verso casa, traduzione di Eva Kampmann, Guanda, Parma, 2000. ISBN 8882462102
  • Catherine Dunne, L'amore o quasi, traduzione di Eva Kampmann, Guanda, Parma, 2013. ISBN 9788823504837
  • Catherine Dunne, La metà di niente, traduzione di Eva Kampmann, Guanda, Parma, 1998. ISBN 8877469757
  • Catherine Dunne, Quel che ora sappiamo, traduzione di Ada Arduini, Guanda, Parma, 2012. ISBN 9788860887054
  • Catherine Dunne, Tutto per amore, traduzione di Ada Arduini, Guanda, Parma, 2011. ISBN 9788860884145

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]