Cesare Capoquadri

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Cesare Capoquadri (1790 – 1871), giurista italiano.

Citazioni su Cesare Capoquadri[modifica]

Marco Tabarrini[modifica]

  • All'Università provò sulle prime quel combattimento interiore che provano tutti i giovani, i quali hanno applicato con passione alle lettere. Lo studio della Giurisprudenza gli appariva arido, le formule del diritto romano gli sembravano cancelli incomodi all'intelligenza. Era la fantasia giovanile che non voleva piegarsi alla severità della scienza, e il Capoquadri la prendeva forse come tanti altri, per una vocazione letteraria del suo ingegno.
  • [Narrava], che quando salito in fama di avvocato, la sua anticamera era affollata di clienti d'ogni condizione, rammentando le umiliazioni del Collegio, voleva che l'usciere dasse la precedenza ai più meschini, non curando le impazienze dei titolati.
  • Il Capoquadri, educato nella scuola antica, alle lentezze che le erano proprie, aggiungeva quella della sua natura e del suo ingegno. Lo studio di una questione gli teneva occupata la mente per mesi interi; e quando aveva formata la sua tesi con larga preparazione di dottrine, ed ordinatane la dimostrazione, altrettanto tempo spendeva ad escogitare e risolvere tutti gli obietti che avrebbero potuto oppugnarla. Ed in questo processo critico l'acutezza del suo intelletto era meravigliosa, perché rare volte accadeva che l'avversario potesse proporgli difficoltà che gli non avesse già pensate e risolute. Era, come egli diceva, una tortura che infliggeva a sé stesso per assicurarsi della dialettica del suo ragionamento.

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