Ciro di Pers

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Ciro di Pers (1599 – 1663), poeta italiano.

  • Con l'ombra sua del sole i giri immensi | misura un lieve stile al sole esposto; | e ben di questo di', che muor sì tosto, | l'ore con l'ombra misurar conviensi.[1]
  • Corsi a mirarla, e di stupor ripieno: | – Donna non è costei – fra me dicea, – | ché raggio splende in lei piú che terreno, | ma la nunzia del Sol, candida dea.[2]
  • Languidi raggi e scoloriti fiori | entro 'l bel volto tuo scorgo, Nicea; | e pur quivi il mio sen, come solea, | s'arricchisce di gioie e di dolori.[3]
  • Mobile ordigno di dentate rote | lacera il giorno e lo divide in ore, | ed ha scritto di fuor con fosche note | a chi legger le sa: Sempre si more.[4]
  • Sempre per me tu sarai bella, ed io | sempre amante per te: non è mortale, | non ha mortale oggetto il mio desio. [5]

Note[modifica]

  1. Da Orologio da sole.
  2. Da La veste bianca.
  3. Da Sopravvivenza dell'amore alla bellezza; citato in I capolavori della poesia italiana, a cura di Guido Davico Bonino, CDE, 1972.
  4. Da Sonetto sull'orologio da rote. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  5. Da Sopravvivenza dell'amore alla bellezza.

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