Lucio Giunio Moderato Columella
Lucio Giunio Moderato Columella (4 – 70), scrittore romano.
De re rustica
[modifica]Odo sovente i principali huomini de la nostra città ramaricarsi, hora che sono i campi poco fertili, hora che l'aria gia gran tempo è stemprato con molto danno de i frutti, & altri che mitigando le predette querelle con certa loro ragione, s'avisano che'l terreno, havendo i passati tempi troppo copiosamente frutificato sia stanco di maniera, che non possa benignamente porgere à mortali il nodrimento.
Citazioni
[modifica]- Solamente l'agricoltura, che è senza dubbio à la Sapienza prossima e congionta, cosi ha bisogno de discepoli, come de maestri. Io non solamente ho udito, ma etiandio veduto che sono anchora le scole de Rhetorici, e come ho detto de Geometri, e Musici, e che è piu, de sprezzati vitij alcuni ridutti, di condire cibi, di cucinare delicatamente, e maestri di biondare i capelli, e di conciare il capo. Ma de l'agricoltura non conosco dottori, ne chi ad imparare s'offerisca. (I, prefazione)
- Chi si darà à l'agricoltura, sappia egli che debbe haver la cognitione dell'arte, la facultà de esercitarla, et il desio di mandarla ad effetto. Perche havra la villa ben colta, come dice Tremellio, colui, che sapra coltivare & haverà il modo, & il disio di bene esercitarla, per che poco gioverebbe ad alcuno sapere, & volere, non havendo da poter far la spesa, che à l'opera si ricerca. Et parimente sara poco valevole la volontà di operare, & il potere far la spesa, non sapendo l'arte quando che in ogni impresa ricercasi specialmente la cognitione di quella, massimamente cerca l'agricoltura, nella quale essendovi la volontà, & il potere senza la scienza, sovente ne riesce à i padroni gran danno, quando nelle opere fatte scioccamente perdesi la spesa. (I, I)
De arboribus
[modifica]Havendo nel libro di sopra dato copiosi precetti di coltivare i campi, non sarà fuor di proposito dichiarare il governo de gl'alberi, e virgulti, ch'è de l'agricoltura quasi la maggior parte. Affermo adunque come piace a Vergilio, esser due generationi de sorcoli, uno de quali nasce per se stesso, l'altro con humana industria viene. Quello che non è dall'huomo coltivato, è più atto a legnami questo che si coltiva, è acconcio a generar frutti.
Citazioni
[modifica]- Così si coltivano le viti.
Lascierai che la vite nevella faccia tutte le gemme e quando sarà il pampino di quattro deta la spampinerai, e lasciavi due rami uno per levare alta, l'altro per sussidio, se per caso cadesse il ramo ordinario, chiamano i contadini questo custode. L'anno seguente quante quando poderai la vite, lascieravvi la verga maggiore. Il terzo anno darai alla vite quella forma, che ti parrà. (cap. V, carta 252r)
Bibliografia
[modifica]- Lucio Giunio Moderato Columella, Il libro de gli alberi (De arboribus), in De l'agricoltura libri 12. Trattato de gli alberi, traduzione di Pietro Lauro modonese, Niccolò Bevilacqua, Venezia, 1564.
- Lucio Giunio Moderato Columella, De l'agricoltura (De re rustica), in De l'agricoltura libri 12. Trattato de gli alberi, traduzione di Pietro Lauro modonese, Niccolò Bevilacqua, Venezia, 1564.
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