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Commodo

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Commodo

Cesare Lucio Marco Aurelio Commodo Antonino Augusto (161 – 192), imperatore romano.

Citazioni su Commodo

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  • Commodo, dopo la morte di suo padre, salì sul trono in età molto giovanile. Egli era stato educato a riconoscere ed apprezzare le arti e le scienze: ma corrotto dai cortigiani adulatori, che sempre circondano i principi giovani ed inesperti, egli lasciò il governo nelle mani di costoro, e si occupà, come dilettante, a mostrarsi sul teatro sotto il sembiante di Apollo colla lira, negli anfiteatri come atleta o gladiatore, a caccia come Diana ed Apollo. Senza essere forse di natura tiranno, egli lasciò l'impero nelle mani dei tirannelli che sono gli adulatori e gl'intriganti delle corti, e si abbandonò nelle braccia delle dissolutezze, e di tutte le comodità della vita. (Ion Heliade Rădulescu)
  • Commodo s'era fin da' suoi primi anni dimostrato quale fu poi in progresso: privo di elevatezza d'animo, di sentimento, e di coraggio, pieghevole a tutte le cattive impressioni, e contumace a qualunque sorta di bene, che si voleva ispirargli; una fortissima inclinazione al piacere, ed una violenta avversione alla fatica. Se aveva qualche abilità, l'aveva unicamente per quelle cose, che non convenivano al suo rango. Sapeva giostrare, ballare e cantare: era commediante e gladiatore. Ma i maestri, che suo padre gli mise intorno, perché gli formassero l'ingegno e il cuore, e le lezioni di saviezza e di virtù, ch'egli stesso gli diede, non trovarono in questo Principe né ingresso né buona volontà. (Jean-Baptiste-Louis Crevier)
  • Commodo, sin da' suoi prim'anni, mostrò avversione a tutte le scienze ed arti liberali, ed eccessivo amore ai divertimenti della plebaglia, ai giuochi del circo e dell'anfiteatro, ai combattimenti dei gladiatori, ed alla caccia delle fiere. I maestri di ogni scienza, che Marco Aurelio procacciò al suo figlio, erano ascoltati con disattenzione e con noja; mentre che i Mori ed i Parti, che lo addestravano a lanciare il dardo, ed a tirar l'arco, trovavano in lui un attento scolare, il quale uguagliò ben presto i suoi più abili maestri nella giustezza della mira e nella destrezza della mano.
  • I vizj mostruosi del figlio hanno adombrato lo splendore delle virtù del padre. Si è rimproverato a Marco Aurelio di avere scelto un successore piuttosto nella sua famiglia che nella Repubblica, e sacrificata la felicità di milioni d'uomini alla sua eccessiva tenerezza per un indegno ragazzo.
  • Nato più debole che malvagio, divenne, per una semplicità ed una timidezza naturale, schiavo dei suoi cortigiani, i quali a poco a poco ne corrupper lo spirito. La sua crudeltà, che da prima fu l'effetto delle altrui suggestioni, degenerò in abito e pagina della storia è stata imbrattata di sangue civile; ma simili motivi non giustificano le crudeltà non provocate di Commodo, il quale godendo di tutto, niente aveva a desiderare. L'amato figlio di Marco successe al suo padre in mezzo le acclamazioni del Senato e degli eserciti. E quando ascese al trono questo giovane fortunato, non trovò nè rivali da combattere, nè nemici da punire. In quella tranquilla ed eccelsa fortuna dovea egli naturalmente preferire l'amore degli uomini alla loro detestazione, e le dolci glorie dei suoi cinque predecessori all'ignominiosa sorte di Nerone e di Domiziano.
  • Commodo è un uomo senza moralità, lo sai sin da quando eri ragazzo... Commodo non può governare, non deve assolutamente governare.
  • Commodo... le tue mancanze come figlio sono il mio fallimento come padre.
  • Il giovane imperatore ha proclamato una serie di spettacoli per commemorare suo padre, Marco Aurelio; lo trovo divertente visto che è stato Marco Aurelio, il saggio, il sapiente Marco Aurelio a interrompere i giochi.

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