Coppa del Mondo di rugby 1995

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L'Ellis Park di Johannesburg, sede della finale della Coppa del Mondo di rugby 1995 tra Sudafrica e Nuova Zelanda

Citazioni sulla Coppa del Mondo di rugby 1995.

  • [«Che emozione è stata vedere Mandela entrare nello spogliatoio prima della finale con la sua maglia?»] È stato incredibile. Prima di tutto non lo sapevamo, è stata davvero una sorpresa. [...] In quel momento i giocatori sono pronti e la loro concentrazione è tutta focalizzata sulla partita. Abbiamo sentito i muri dello spogliatoio tremare. Non sapevamo che un Boing stava sorvolando lo stadio con un messaggio benaugurale per gli Springboks. Passato il momento di curiosità abbiamo sentito bussare alla porta. Poi visto Nelson Mandela entrare. Aveva indosso la nostra maglia con lo springbok. Per noi è stato un momento davvero emozionante. E non ha detto molto. Disse solo: "Avete reso orgogliosa questa nazionale, buona fortuna". Girandosi per uscire ho visto che aveva sulla schiena il mio numero, il 6, quello della mia maglia. Ero così colpito e commosso che non sono riuscito a cantare l'inno prima della partita. Davvero un momento incredibile. (François Pienaar)
  • Per decenni, Mandela aveva combattuto per tutto quello di cui i sudafricani bianchi avevano paura, e la nazionale era il simbolo di tutto ciò che i neri odiavano di più. Adesso, davanti a tutto il paese e a gran parte del mondo, questi due simboli si sono fusi fra di loro, fino a crearne uno nuovo, giusto e costruttivo. (John Carlin)
  • Quando sono salito sul podio per ricevere la Coppa del Mondo dalle mani di Nelson Mandela lui mi ha detto: "Grazie Francois per quello che ha fatto per il Sudafrica". Gli ho risposto: "No, signor Mandela. Grazie a lei per quello che ha fatto per il Sudafrica". Ci siamo detti esattamente la stessa cosa. Nello stesso momento. A quel punto avrei voluto abbracciarlo, ma non l'ho fatto. Mi sono bloccato. Poi ho abbracciato Mandela più volte nella mia vita [...]. Ma quel giorno no, avrei voluto ma forse non potuto farlo. Era un momento solenne con un protocollo con altre mani da stringere. (François Pienaar)

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