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Cosenza

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Il fiume Busento a Cosenza

Citazioni su Cosenza.

  • A Cosenza... tranne i gelati che mangiamo, per i quali (la città) gode di una giusta fama, non vediamo niente di straordinario. In effetti, Cosenza, la cui costruzione risale a un'epoca molto antica, non ha più monumenti, neanche il minimo rudere d'antichità da offrire ai curiosi.
    Essa fu costruita in mezzo a un territorio ricco e fertile sul Crati che nasce da queste parti ... i suoi primi abitanti ne furono scacciati dai Bruzi, popolo bellicoso, abituato alla guerra e alla vita rude e faticosa delle montagne della Sila e sempre in guerra sia con gli animali feroci di queste foreste, sia con i popoli dei dintorni. Essi chiamarono la nuova città Brettia, poi Consentia o Costantia, come alcuni la chiamano e le diedero ben presto una certa fama: Consentia urbs magna Bruttiorum dice Appiano. I Romani sottomisero in seguito i Bruttii, che, per il loro spirito d'indipendenza, mal sopportando il loro giogo, furono in perpetua ribellione e quando Annibale se n'impadronì, sostennero quest'ultimo contro i loro oppressori.[...] È una bella città, industriosa e di un certo commercio, situata in una contrada di una fertilità ammirevole ed estremamente pittoresca, ma dove l'antiquario perderebbe il suo tempo e la sua fatica. (Horace De Rilliet)
  • Cosenza è una città dove una persona dabbene può divertirsi: ci sono uomini ricchi, nobili titolati, belle donne e persone non prive di cultura. (Giacomo Casanova)
  • Supero il ponte San Domenico nel punto in cui i due fiumi confluiscono: il Busento e il Crati che come due braccia, stringono nella loro ansa la città del Medioevo che sale a piramide lungo una collina, verso l'imponente castello arabo-normanno.
    Cosenza mantenne, sotto tutti i conquistatori successivi (Hohestaufen, Angioini, Aragonesi), le sue franchigie municipali, i privilegi di città libera e di sede arcivescovile, ignorando le servitù feudali delle campagne. Essa arrivò anche ad aiutare la rivolta dei casali (i centri campagnoli dei dintorni legati a essa da una comune autonomia e per l'usufrutto di certe terre di proprietà demaniale o comunale) contro i signori feudali. «Rivolta atroce», riportano le vecchie cronache. Soprattutto quella del 461.
    Cosenza fu il centro di una civiltà urbana illuminata, si unì ai Francesi nel 1799, fu di volta in volta carbonara, mazziniana, patriottica, sino all'unificazione dell'Italia nel 1860. E se ricordo qui il suo passato, non è solo perché è un ricordo libresco, ma perché ha lasciato impronte incancellabili nei suoi monumenti e nelle sue mura. (Maria Brandon Albini)

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