Costantino Rozzi
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Costantino Rozzi (1929 – 1994), imprenditore e dirigente sportivo.
Citazioni di Costantino Rozzi
[modifica]A boccaccia aperta
Citato in Elio Domeniconi, Guerin Sportivo nº 11 (685), 16-22 marzo 1988, pp. 48-52.
- Una volta c'era gente che non sapeva neppure dov'era Ascoli Piceno. Io sono nato e vivo qui, so che il calcio ha rappresentato un veicolo importante per la conoscenza della mia città. E allora insisto [...]
- Non ho fatto la fame [...] perché c'era l'orto. Ma le scarpe nuove non le ho mai avute. Durante la guerra mi arrampicavo sui tetti per vedere i bombardamenti. Non ricordo altri divertimenti.
- Il calcio mi offre un poco di giovinezza, ma la soddisfazione la trovo nel lavoro.
- [Sui giornalisti sportivi] Sto in panchina da tanti anni e so bene che molte volte l'esito di una partita è casuale. Sbagli un tiro e magari va in rete. E, invece, loro discutono di tecniche e strategie. Mi fanno ridere.
- Io, i miei soldi, non li ho mai visti. Mi servono per pagare. Come fiumi, passano e vanno via. Tutti, in famiglia, spendiamo pochissimo, come se il nostro benessere non ci appartenesse. Ma penso che ne valga lo stesso la pena. Perché i soldi mi servono per lavorare e quindi per creare. Per pensare a me ma anche agli altri. Per non fermarmi un attimo, per vivere; il mio sangue scorre così.
- Per due anni ho insegnato costruzione e topografia, per sbarcare il lunario. Poi ho vinto un concorso al catasto: 7.000 concorrenti, 168 posti. Avrei dovuto andare a Firenze. Dissi che non mi sarei mai mosso da Ascoli e mi accontentarono. Era il 1951. [...] Mi presento alle 8 del mattino e alle 9 mi dimetto. Mio padre mi vede tornare a casa e dice: "Oddio, che cosa hai fatto?". Gli spiego che in ufficio mi sentivo soffocare, che non posso fare l'impiegato. E lui: "Va bene, ma sei disposto a ricevere tante umiliazioni?" Mio padre mi ha insegnato che l'umiltà è determinante.
Le frasi più significative di Costantino Rozzi
Citato in Forza Ascoli, dicembre 1994.
- [Dopo una vittoria fortunosa] Abbiamo vinto e basta. Abbiamo avuto fortuna perché la fortuna ci appartiene.
- [Al raduno della squadra nell'agosto 1968] Da voi esigo il massimo impegno: dovete vincere, come non importa, ma non dovete deluderci.
- Occorre armarsi di grinta per restare a galla.
- [Rivolto a Carlo Mazzone] Coccia pelata, mettiti il berretto, perché se mi prendi il raffreddore...
- Fino ad oggi sono sempre andato a Coverciano per ritirare coppe per la classifica disciplina, per il settantennio di attività e così via. Quest'anno voglio andarci per ritirare la coppa spettante alla squadra che dalla serie C è promossa in B.
- Il mio vizio inguaribile è quello di voler sempre vincere e se dobbiamo sopportare sacrifici per giungere a questo noi siamo qui.
- [Dopo Ascoli-Torino 1-1, prima partita casalinga in serie A] Abbiamo perso il primo punto nella massima serie.
- [Dopo Torino-Ascoli 1-0] Io ritiro la squadra. Se continua così la ritiro veramente. Farò uno scandalo nazionale [...]. In campo gli arbitri dirigono a senso unico [...]. Ma voglio chiedere per quale motivo a noi, squadre di provincia, fanno vincere i campionati per poi condannarci in questa maniera.
- Se Mazzone decide di andarsene non gli sparo, ma lo faccio rapire, sequestrare.
- Se ci salviamo ed io penso proprio che ci salveremo, se Mazzone resta, l'Ascoli forse non vincerà mai uno scudetto (e non è detto), ma rimarrà per sempre nella massima divisione.
- Il calcio per noi non è soltanto un fatto sportivo. È un fatto sociale. È un fatto che rappresenta la pedina di lancio per una provincia che per troppo tempo era rimasta in disparte. Per questo faremo di tutto perché la bella favola continui.
- [Carlo Mazzone al termine del campionato 1974/75 va ad allenare la Fiorentina] Quest'anno il programma è di arrivare prima della Fiorentina. E perché no, chi è poi questa Fiorentina, glielo faremo vedere noi. Prima avevamo un nemico, la Samb, dovevamo fare di più. E l'abbiamo fatto. Mi dicevano che ero matto quando affermavo che saremmo andati in serie A. Ci siamo andati e ci siamo rimasti. Adesso il nemico è la Fiorentina e voglio stare sopra alla squadra di Mazzone. Basta un punto avanti!
- [A Riccomini, appena arrivato] Compro tutti i giocatori che vuoi.
- Voi forse non mi credete oppure vi metterete a ridere ma io non me ne vergogno: quando l'Ascoli perde mi vien da piangere. Quando la mia squadra esce battuta dal campo una tristezza mi assale e tutto mi precipita addosso.
- Il pubblico mi commuove in maniera particolare. Quando ascolto l'incitamento collettivo di duemila e più voci, quando vedo i tifosi urlare e cantare tutta la loro passione un nodo mi percorre la gola.
- [Il giorno del 50° compleanno] Cinquanta non sono pochi ma non mi pesano sulla pelle. La famiglia, il lavoro, la squadra, tutte le mie attività mi aiutano a sentirmi giovane. Mi piace la vita ma non spero di vivere altro mezzo secolo. Spero piuttosto di salvare quest'Ascoli.
- A lungo andare avremo un campionato europeo con le più grosse società di ciascun Paese e, parallelamente, un altro campionato a carattere nazionale se non addirittura regionale con le altre. Juve, Inter, Milan, Torino finiranno inevitabilmente nell'élite e le altre migliori si misureranno in un diverso torneo. Non c'è via d'uscita. Certo all'inizio avremo un trauma non indifferente ma quando ci saremo abituati tutto sembrerà più normale. [febbraio 1979]
- L'entusiasmo è il mio segreto.
- La serie A è nostra e nessuno ce la toglierà mai più. Resterà in eredità ai figli dei nostri figli.
- Quando si tratta di delinquenti, non ammetto che si nascondano sotto la bandiera bianconera. Contro il Bologna ho visto lo striscione con la foto di Mussolini e mi sono vergognato. Di questa gente non abbiamo bisogno.
- [Appena riconquistata la serie A, sfuma l'acquisto dell'argentino Borghi] Io questo Borghi non lo capisco. Preferisce fare il cameriere a Parigi che il direttore di banca in Italia.
- Sarò un ignorante di calcio, ma ogni volta che incontriamo la Roma succede sempre qualcosa di strano.
- Sono fatto così, dico quello che penso. Mi dispiace...
- Parlano degli stranieri, dei giocatori che costano miliardi. Io Casagrande l'ho pagato poco più di un miliardo e lo avete visto tutti.
- [Dopo l'acquisto di Bruno Giordano] Basta col Napoli! Non voglio più saperne. Per me il Napoli Società Sportiva non esiste più!
- Io non critico il gioco o il comportamento della squadra sotto il profilo tecnico: io critico la mancanza di attaccamento ai colori sociali.
- [L'Ascoli è in crisi di risultati] Non sono il tipo che si avvilisce, anzi queste situazioni di difficoltà mi danno la carica, mi affascinano.
- Non sono disposto a vedere l'Ascoli all'ultimo posto della classifica. L'Ascoli è un qualcosa che sta al di sopra degli uomini che la rappresentano.
- La verità è che in provincia un allenatore più di due anni non può stare. Semplice la ragione: stando molto insieme ai giocatori, vivendo e soffrendo con loro, si stabilisce una forma di compromesso. Si instaura un clima di rilassamento anche inconscio e si perdono certi stimoli. E quando si perdono gli stimoli, per una provinciale che deve salvarsi sono dolori.
- Se può servire sono pronto a chiamare anche una fattucchiera: sarei anche disposto ad un compromesso col padreterno pur di salvare l'Ascoli.
- Bisogna riconoscere le proprie capacità ed i propri limiti per poter riuscire nella vita.
- Oggi non è come un tempo, quando ognuno tirava l'asino della discussione per la sua cavezza, tanto non c'era la riprova di quel che si asseriva in fatto di rigori, falli e via dicendo: oggi c'è la TV, ci sono le moviole e, bene o male, certi errori marchiani si evidenziano.
- Giocatori? Brutta razza.
- A fine stagione agirò come si usa fare quando si pesca il tonno: la mattanza.
- La vita riserva attimi di gioia e anni di sofferenze. L'importante è trasformare gli attimi in ore e gli anni in minuti.
Citazioni su Costantino Rozzi
[modifica]- Conoscevo Costantino, mio compagno in molteplici avventure televisive, e dirigente di grande bravura. Era un uomo generosissimo, vulcanico, molto diverso dal tribuno che appariva in Tv. Ricordo un episodio che mi riguarda. Scrissi una volta, anni fa, tanti anni fa, di un suo gesto in una Assemblea di Lega. Minacciò querele e tolse il sonno al mio Direttore d'allora, spaventato dalla richiesta di risarcimento di Rozzi: un paio di miliardi. Rozzi non aveva letto l'articolo, glielo avevano riferito. Quando seppe che ero stato io a scriverlo, disse abbracciandomi: ritiro la querela perchè se l'ha scritto lei, che è uomo onesto, vuol dire che quelle cose le ho dette davvero. (Domenico Morace)
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