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Cristina Bianchino

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Cristina Bianchino (1968 – vivente), giornalista e conduttrice televisiva italiana.

Intervista di Giuseppe Bosso, telegiornaliste.com, 9 aprile 2007.

  • [Come e quando è nata la passione per il giornalismo?] La prima vera passione è stata quella per la televisione. Frequentavo l'ultimo anno del liceo classico, a Roma: mi chiesero di condurre un programma per ragazzi per una tv locale, assieme ad altri coetanei. Nacque subito l'amore per la YV e, subito dopo, capii che mi piaceva raccontare agli altri tutto quello che succedeva. Ho firmato e condotto alcuni programmi televisivi (sempre a circuito locale). Per GBR ho condotto un programma sportivo in diretta, la domenica pomeriggio, al fianco di Marco Liorni. Ho lavorato molto in radio. C'è stata una parentesi importante anche nella TV satellitare Stream come conduttrice di programmi dedicati ai viaggi.
  • Sono orgogliosa di quello che faccio e chi mi conosce mi apprezza anche per questo. E poi sono convinta che in ogni professione si debbano fare dei sacrifici per poter conciliare anche la vita privata. Non credo di sottrarre molto tempo alla mia famiglia: l'importante è organizzarsi e programmare tutto con un po' di anticipo. Ma questo è quello che succede a tutte le persone che lavorano, qualsiasi cosa facciano.
  • In un rotocalco si può semplicemente raccontare una storia, descrivere un personaggio o anche solo illustrarlo. Anche le immagini fanno la differenza: un conto è fare un pezzo di un minuto per il telegiornale; altro è confezionare un servizio di cinque o sei minuti, con lunghe interviste, musica e immagini patinate. C'è un grosso lavoro di preparazione: se al TG ci bastano pochi minuti di girato (ovvero di registrazione), per un programma come Verissimo occorre registrare anche un'ora o due per essere certi di avere materiale a sufficienza. E poi il montaggio: si utilizza quasi sempre la post-produzione per avere effetti speciali e suggestivi come la dissolvenza. Tutte accortezze che nei pezzi del tg non sono necessarie, perché lì è importante dare la notizia, anche con immagini sporche e poco curate. Insomma: paradossalmente a Verissimo si lavorava di più, ma nelle vesti di autore, regista, eccetera. Al TG si è giornalisti a tutto tondo.
  • Ci sono tanti giornalisti costretti a fare un altro lavoro, in attesa dell'occasione giusta. Io stessa, come ho già detto, ho lavorato diversi anni come autore, come addetta stampa, prima di diventare giornalista a tutti gli effetti. Poi mi sono trovata nel posto giusto al momento giusto. Se davvero si vuole intraprendere questa professione, bisogna tener conto delle difficoltà di occupazione, proporsi con insistenza ed essere disposti a cominciare dal basso, sacrificando spesso la vita privata. E infine bisognerebbe poter contare su una buona dose di fortuna!

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