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Daniela Ceccarelli

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Daniela Ceccarelli (2023)

Daniela Ceccarelli (1975 – vivente), allenatrice di sci alpino ed ex sciatrice alpina italiana.

Citazioni di Daniela Ceccarelli

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  • Alla mia età si ha una cultura diversa dello sport, più completa, anche più sofferta, ma più positiva. Nelle giovani c'è più cinismo, molto egoismo, poco rispetto dell'avversario; la consapevolezza, anche nello sport, che sia facile conquistare il successo, apparire, diventare famosi all'improvviso. Mi chiedo però: davanti alle prime difficoltà come reagiranno? Chi non è abituato a riflettere, a soffrire, dove basa la propria solidità? Io mi sento come il piano di un tavolo sostenuto da molte zampe, mi sembra invece che il loro traballi.[1]
  • [Dopo la vittoria in supergigante ai Giochi olimpici di Salt Lake City 2002] Quando mi sono messa davanti allo specchio per truccarmi in vista della premiazione, mi sono chiesta se ero davvero io, se ero quella che cinque ore prima aveva battuto la Goetschl e la Gerg, Isolde e Kostelic. Ero come frastornata, stavo per ricevere la medaglia d'oro e non me ne rendevo conto, avevo avuto attorno più attenzione nelle ultime due ore che in tutta la mia vita. Come potevo riconoscermi? Eppure stavo truccando il viso che vedo ogni giorno...[2]
  • Quel che mi ha colpito a Salt Lake City è stato l'entusiasmo dei bambini, ti rincorrevano per regalarti un disegno, un pensiero che avevano elaborato per l'Olimpiade. Oppure l'entusiasmo dei volontari che avevano rinunciato a tutto per quel periodo pur di respirare l'atmosfera olimpica. L'autista che mi portava sui siti delle gare era un direttore di banca in ferie, eppure felicissimo di scorrazzarci pur di avere un rapporto ravvicinato con noi atleti.[1]

Citato in Pierangelo Molinaro, La Gazzetta dello Sport, 18 febbraio 2002.

  • [Sulla vittoria in supergigante ai Giochi olimpici di Salt Lake City 2002] Mi sono confusa, ho visto un 9 a fianco del mio nome e pensavo di essere la nona al traguardo, l'ultima. Ma la gente faceva un chiasso infernale. Karen, Lucia ed Elena al di là delle protezioni, saltavano come grilli. Allora ho riguardato il tabellone. Il 9 era il numero di partenza, quello che non avevo visto era l'1, prima.
  • [Sulla vittoria in supergigante ai Giochi olimpici di Salt Lake City 2002] In ricognizione ho capito che potevo fare bene, che c'erano quegli angoli che non avrebbero mai permesso a nessuna di mettere gli sci piatti. Quello è il mio tallone d'Achille. Ma in partenza ero tesissima. [...] ho fatto in tempo a vedere la discesa della Putzer. Aveva sciato benissimo, non sarei mai riuscita ad andare giù allo stesso livello. La tensione mi stava distruggendo, non sono neppure riuscita a fare il solito riscaldamento che eseguo poco prima del via. Un minuto prima di partire, quando sono entrata nel tunnel verso il cancelletto, mi sono data una scrollata. Con quei nervi a fior di pelle sarebbe stato inutile partire. Daniela, mi sono detta, devi pensare che è una gara come un'altra. Ho sciato facile, ma non pensavo...
  • Lo sci in famiglia era un gioco, ma quando dovevo allenarmi avevo davanti un'ora e mezza di auto per trovare piste corte e piatte. Per questo a 16 anni mi sono trasferita a Bergamo per allenarmi su quelle montagne [...]. Era una scelta difficile, ma mio padre mi disse che se credevo di poter diventare una buona sciatrice dovevo farlo. Il primo anno vissi in collegio, poi affittai un appartamento [...], con i miei genitori passavo quotidianamente ore al telefono. Ma era dura. E se non avessi sfondato? Sarebbero stati anni gettati.

Note

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  1. a b Citato in Tiziana Bottazzo, Ceccarelli, tutto il peso dei Giochi, La Gazzetta dello Sport, 25 maggio 2005.
  2. Citato in Pierangelo Molinaro,Ceccarelli, tempesta di gioia, La Gazzetta dello Sport, 19 febbraio 2002.

Voci correlate

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Altri progetti

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