Dante Graziosi
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Dante Graziosi (1915 – 1992), politico, scrittore e partigiano italiano.
Citazioni di Dante Graziosi
[modifica]- La gente di campagna a quei tempi non andava in ferie, neanche un'ora, anzi nel pieno dell'agosto i contadini restavano padroni del campo, mentre i cittadini se ne andavano in vacanza; la domenica assolata li vedeva a crocchi nella grande piazza o sotto i portici o nei caffé, con i loro vestiti di fustagno, a parlare senza fretta; per loro infatti il tempo non lo segna l'orologio, ma il percorso del sole nell'arco del cielo. (da Una Topolino amaranto, Rusconi, Milano, 1980)
- Il babbo frequentava volentieri il Mulino della Baraggia: vi andava quando voleva fare una passeggiata in bicicletta, magari con un sacchetto di granoturco sul manubrio per riportarne farina da polenta. [...] Il mugnaio, là dentro, quando tutte le macine giravano, sembrava un patriarca felice nel centro del suo mondo; per cavargli di bocca qualcosa, il babbo doveva toccare due soli argomenti, la guerra sul Carso o la pesca delle trote nello slargo della gora. (da Storie di brava gente, Rusconi, 1982)
- Per il piatto forte venne al tavolo l'albergatore: «Sciur Erculin, il bollito gras o magar?» «Tant!» fu la risposta impressionante del babbo che, a distanza di sessant'anni, mi suona ancora nelle orecchie; non importava che il bollito fosse grasso o magro, purché fosse tanto, a dimostrazione che c'era una fame secolare da saziare, e che il bollito misto non era cosa di tutti i giorni. (da Storie di brava gente in Le storie della risaia)
- Le danze ripresero in attesa della cena, che cominciava con il brodo del bollito e continuava con quella carneficina di volatili rimasti in abbondanza dal pranzo, i formaggi, tra cui il nostro gorgonzola, e frutta fin che se ne voleva. (da Nando dell'Andromeda in Le storie della risaia)
- «Ci sono ancora i suoi genitori?» mi chiese il contadino. «Certo che ci sono», risposi, «a Granozzo e stanno benone, grazie a Dio». «Dicevo così», mi ribatté, «perché io voglio darle un po' di miele particolare, quello spremuto con la pappareale, basta un cucchiaino ogni mattina per mantenersi giovani e sani. Io lo prendo sempre e poi ci bevo dietro un bicchiere di vino della mia collina» (da Una Topolino amaranto in Le storie della risaia)
La terra degli aironi
[modifica]- A marzo e aprile è tutto un grande lago da noi, e gli aironi cinerini dal lunghissimo collo, in compagnia di altri cugini primi, più piccoli, ma più belli, gli aironi bianchi o garzette e dei tarabusi un po' goffi, fanno casa nelle garzaie; a Casalino le costruiscono sui pini e i platani nel castello del Conte, a San Bernardino di Briona nel fitto bosco di conifere, di robinie e di pioppi ai margini del Sesia e della riserva di Sant'Uberto: sono ormai centinaia!
- [...] la riposante confidenza della chiesetta di Gionzana, cui vengono ancora le puerpere a pregare la Madonna del latte; tutt'intorno l'acqua della risaia è trattenuta appena da una siepe di bosso.
- Nel silenzio la pianura parla con la sua voce che viene da lontano.
- Un giorno di fine ottobre, quando a Monticello s'era celebrata la festa patronale e come di consueto al pomeriggio gli uomini si radunavano all'osteria del Sole a bere un bicchiere, erano giunti verso le 4 pomeridiane il Biondino con un compagno. Avevano ordinato… La padrona del Sole s'era messa di buona lena a pestare il lardo col salame vecchio della "duja", mentre sull'ampio camino crepitava un annoso tronco di gelso sotto la pentola..."
Bibliografia
[modifica]- Dante Graziosi, La terra degli aironi, Interlinea, 1993.
- Dante Graziosi, Le storie della risaia, Interlinea, 2013.
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