Dario Fabbri

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Dario Fabbri, (1980 – vivente), giornalista e analista geopolitico italiano.

"C’è tutto un mondo che odia l'America e vuole stare con Russia e Cina", intervista a Dario Fabbri

Umberto De Giovannangeli, ilriformista.it, 1º aprile 2023.

  • [La guerra d'Ucraina è entrata nel secondo anno. Che guerra è?] La si può definire da un lato una guerra di logoramento e dall'altro una guerra di stallo. Di logoramento per volontà russa, nel senso che i russi l'hanno portata su questo piano da quando hanno capito, ormai quasi un anno fa, che il blitz militare non ci sarebbe stato, che non avevano le capacità per prendersi Kiev. A quel punto hanno spostato la guerra sul logoramento, sull'attrito, cioè sul loro vantaggio demografico. Le perdite sono molto ingenti ma, in questo schema di ragionamento, di solito vince chi ha la capacità di assorbirle meglio, quindi una popolazione più densa. Che poi è la vecchia dottrina militare che fu già sovietica. [...] Dall'altro lato è anche di fatto una guerra di stallo [...] che è ferma sugli stessi luoghi da mesi.
  • [La guerra è nel cuore dell'Europa, ma l'Europa, sul piano politico-diplomatico, non resta la "grande assente"?] Se l'intendiamo come voce unica, assolutamente sì. I Paesi europei sono sempre divisi su tutto e lo sono tendenzialmente anche su questa guerra. Se noi prendiamo i Paesi dell'Europa centro-orientale, dalla Polonia ai tre Stati baltici e in più la Romania, sono l'avanguardia nella difesa dell'Ucraina. Per loro questa è l'occasione per chiudere i conti con la Russia e per imporle finalmente un ordine al quale non può più sfuggire. Poi ci sono i Paesi occidentali, che siamo noi. Noi, soprattutto i francesi e i tedeschi, che in realtà siamo stati e in parte continuiamo ad esserlo vagamente per il dialogo, senza però perseguirlo fino in fondo. 
  • [Un attore protagonista non solo sul fronte ucraino ma sullo scenario globale è la Cina. [...] Quali sono i propositi del Dragone cinese?] Il Dragone cinese si è trovato questa guerra da un giorno all'altro. Inizialmente l'ha temuta. Nel senso che ha temuto che fosse controproducente per sé. Perché la Cina era per l'Ucraina il primo partner commerciale. Per l'Ucraina dovevano passare le nuove vie della seta. Negli anni i cinesi si erano presi, attraverso il cosiddetto "land grabbing", grandi appezzamenti di latifondo per sfamare la loro popolazione in quello che una volta era il granaio d'Europa. Ma superata questa paura, a guerra cominciata, i cinesi sono entrati nella fase attuale, cioè quella di considerare questo conflitto vantaggioso per i loro interessi.
  • [Perché?] Perché da un lato distrae gli americani che guardano meno all'indopacifico di quanto potrebbero fare se non fossero così impegnati in Europa. Dall'altro lato, occorre ricordare che russi e cinesi non sono alleati, non sono amici. Sono uniti da un nemico comune: gli Stati Uniti, ma i cinesi sono ben felici di vedere la Russia impantanata in un conflitto come questo, quindi Mosca è adesso costretta a vendere sottocosto il gas, il grano, il petrolio ai cinesi ed è diventata a tutti gli effetti una sorta di junior partner del sistema cinese. Questo avvantaggia Pechino. Se la Cina dovesse scegliere, questa guerra la farebbe prolungare, possibilmente a bassa intensità, senza che muoiano o guariscano i due principali sfidanti: la Russia e gli Stati Uniti.

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