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Severn Cullis-Suzuki

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Severn Cullis-Suzuki (2006)

Severn Cullis-Suzuki (1979 – vivente), attivista ambientalista, conduttrice televisiva e autrice canadese.

Discorso alle Nazioni Unite 1992

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Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me. Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire. Venendo a parlare qui non ho un'agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un'elezione o alcuni punti sul mercato azionario. Sono a qui a parlare a nome delle generazioni future. Sono qui a parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perché non hanno più alcun posto dove andare.

Citazioni

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  • Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono dei buchi nell'ozono, ho paura di respirare l'aria perché non so quali sostanze chimiche contiene.
  • Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo.
  • Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d'affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii e tutti voi siete anche figli.
  • La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo ciò che sento.
  • Se un bimbo di strada che non ha nulla è disponibile a condividere, perché noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi?
  • Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare?
Vent'anni dopo, non cambiano le battaglie della ragazza di Rio, intervista di Cristina Gabetti, Sette, 21 aprile 2011
  • A dodici anni pensavo che, catturando l'attenzione dei leader del mondo, essi avrebbero usato il loro potere per cambiare il corso dell'umanità. Ho creduto che avrebbero pensato ai loro figli prima di prendere decisioni importanti. Ero un'idealista, e continuo a stupirmi che non siamo riusciti a invertire la rotta.
  • Se apriamo la mente e il cuore verso i problemi che affliggono gli ecosistemi e i popoli dall'altra parte del globo, è facile deprimersi. Più vado avanti, più mi accorgo che non me lo posso permettere. Mettere in pratica la visione che abbiamo del mondo, sostenendo e promuovendo lo sviluppo della società alla quale aspiriamo, è importante quanto battersi contro l'ingiustizia e il danno che stiamo arrecando alle future generazioni. Se crediamo in un mondo bello, dobbiamo cercare di renderlo concreto in ogni modo possibile.
  • Siamo potenti nella misura in cui ci crediamo.
  • Dalla conferenza di Rio del 1992, diciannove anni fa, sono stata nelle piazze, in TV, sono scrittrice e mi sono laureata, ma l'azione più potente resta ancora il mio discorso da dodicenne. Credo che abbia a che fare con ciò che il mondo, oggi come allora, necessita maggiormente: la voce dei giovani, la loro verità. I giovani, che hanno tutto da perdere, hanno un messaggio potente da consegnare a chi vive come se il futuro non li riguardasse; occorre che prendano la parola e sfidino i leader del mondo ad affrontare l'ingiustizia intergenerazionale.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • La ragazzina che zittì il mondo per 6 minuti, il video del Discorso alle Nazioni Unite 1992 su youtube