Elvira Mancuso
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Elvira Mancuso (1867 – 1958), scrittrice e insegnante italiana.
- Non è che il postino bussasse spesso alla porta di Elvira Mancuso. Il più delle volte capitava, anzi, che passasse di lungo. Ma lei stava lì, in quel di Caltanissetta: sempre in attesa, nel suo cantuccio paesano. Aspettava con fiducia. Con ostinazione. Con indolenza. Si aiutava con il pianoforte nella rigida scelta di solitudine: «questa spina tremenda, tanto spesso riservata ai cuori fedeli, ai cuori che sanno amare davvero, con completa rinunzia d'ogni egoismo».
- Prima che, per nomina ministeriale, Elvira Mancuso andasse a ricoprire a quarantadue anni la cattedra d'italiano presso l'istituto magistrale di Piazza Armerina (190-1910) e poi negli istituti tecnici professionali di Caltanissetta, a partire dal 1905 si era arrabattata come supplente e incaricata fuori ruolo. Teneva pronto nel cassetto un modello di domanda per le richieste di supplenza.
- Piccola di statura e miope dietro le lenti chiare, Elvira Mancuso si aggirava solitaria per le vie di Caltanissetta gravata da un borsone di pelle pieno di libri. Era, il suo gesto, un portare in scena, nel più ampio teatro cittadino, le particole della propria biblioteca; un far ruota della provocazione, di fronte al pregiudizio che alle donne (che non fossero «continentali», scandalose) negava la lettura dei libri gravi e concedeva solo le «gustose chiacchiere da una finestra all'altra con le vicine» o le «gaie serate intime di tombola o di sette e mezzo». Non voleva essere una «buona donnina» borghese. Voleva che la riconoscessero «donna»; semplicemente «donna», con il diritto di «discutere con gli uomini su certi argomenti che non avevano nulla che fare col governo domestico, col bucato e simili soggetti». Cercava orecchie disponibii, disperatamente.
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