Emma Allis Novi
Emma Allis Novi, più nota come Emma Ivon (1850 – 1899), attrice e scrittrice italiana.
A voi che state per leggermi, io mi presento collo stesso batticuore, col quale, ogni sera di recita, sono solita di uscire dalle quinte in scena. Giacché può darsi che agli occhi degli spettatori io sappia dissimulare, fin dal primo presentarmi, la formidabile trepidanza che mi coglie; ma gli è certo che, affrontando il pubblico, ancora oggidì, dopo sette anni di carriera drammatica, io riprovo la strana emozione de' primissimi giorni.
Ora io vengo a chiedervi un po' di simpatia. Senza di essa tutto è vano a questo mondo. Pensate che io fui molto disgraziata. E questo libro, che è un vero romanzo, ma che vi parrà lo sfogo di un'anima in pena, vi darà forse la misura di misteriose e inenarrabili angosce, che m'hanno fatto patire.
Citazioni su Emma Allis Novi
[modifica]- Alcuni in Milano non avranno dimenticato il nome di Emma Ivon: nessuna altra donna fece tanto parlare di sé la cronaca mondana. Si sapeva che aveva cominciato la bella vita a 15 anni; si facevano tanti nomi: perfino quello di un re. [...]. Io ricordo, ragazzo, d'averla vista recitare; non valeva gran che: anzi, la si sarebbe detta un'oca. Ma la sua presenza sulla scena impressionava; era alta, maestosa, con fattezze fidiache, lineamenti perfetti, due grandissimi occhi neri inespressivi ma incantevoli e una carnagione bianca come il latte. (Mario Borsa)
- Ecco un episodio tipico della sua spensieratezza. L'artista riceveva da anni, per una relazione avuta nella prima giovinezza con un altissimo personaggio, una pensione che avrebbe dovuto essere vitalizia. Morto il donatore, l'amministrazione pensò che nell'interesse di entrambe le parti quel vitalizio si potesse saldare con una cifra definitiva ed unica. Fu invitata l'artista a domandare una somma di liquidazione: non lo fece, accettando quella che le fu offerta: ventimila lire. Ma i biglietti da mille le bruciavano le dita, perché subito fece visita ad un orefice lasciandogli, per una collana di perle, le ventimila lire e aprendo in più un debito di altre quattromila rappresentanti il maggior valore della collana acquistata. Roba da manicomio! (Edoardo Ferravilla)
- Non c'era calore né nella sua voce, né nel suo cuore: ma quella bellezza fredda e marmorea aveva del portentoso. Tutti i giovani eleganti ne andavano matti. Immaginate quando si seppe del suo arresto, di un bambino non nato da lei, ma fatto passare per suo, e di altre brutture. Vi fu il processo: vi fu la condanna, e da ultimo vi fu l'assoluzione in Corte d'Appello per un cavillo legale. (Mario Borsa)
Bibliografia
[modifica]- Emma Ivon, Quattro Milioni, Casa editrice A. Sommaruga e C., Roma, 1883.
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