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Eugenia de Montijo

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L'imperatrice Eugenia (F. X. Winterhalter, 1861)

Eugenia de Montijo (1826 – 1920), imperatrice francese.

Citazioni di Eugenia de Montijo

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  • La mia leggenda è fatta; all'inizio del regno, ero la donna inutile, che non si occupava d'altro che di chiffons; e verso la fine dell'Impero, sono divenuta la donna fatale, che si è resa responsabile di tutte le colpe e di tutte le sventure. E la leggenda vince sempre sulla storia.[1]

Citato in Harold Kurtz, L'imperatrice Eugenia

Traduzione di Marisa Vassalle Squeo, Dall'Oglio editore, Milano, 1972.

  • Il mare è il mio elemento, è la mia cura par excellence di ogni male fisico e spirituale. Mi piacerebbe vivere sempre sul mare... (p. 429)
  • Sono morta nel 1870. (p. 438)
  • Se tra i grandi eventi della vita cercate la verità e la giustizia dovete, innanzi tutto, liberarvi della vostra personalità. E ciò potrete farlo soltanto dopo esser passato attraverso rivolte, disillusioni e sofferenze. Solo allora raggiungerete una grande calma, la pace dello spirito. (p. 444)
  • [Sul Trattato di Versailles] Vedo in ogni articolo di questa pace un piccolo uovo, un nucleo di ulteriori guerre... Voi sapete quel che dico sempre a proposito della necessità di imporre tutte le condizioni possibili. Ma gli Alleati stanno imponendo condizioni impossibili. Non contenti, si accingono a distruggere la marina mercantile tedesca, il suo commercio, tutto! La Germania come potrà mai guadagnare i soldi necessari a tener fede ai suoi giusti impegni? Pazzia! Follia pura! (pp. 468-469)

Citazioni su Eugenia de Montijo

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  • 23 aprile, Cap Martin: oggi ci ha ricevuto l'imperatrice Eugenia che vive molto isolata nello stesso albergo... Charme, benché si intraveda appena in lei la bellezza di un tempo. I suoi modi estremamente semplici. Ci si immagina a stento il suo alterno passato, tanto poco ostenta il dolore o la grandezza perduta. (Maria Valeria d'Asburgo-Lorena)
  • Nella Storia, in cui ella può trovare tante somiglianze tra il passato e il presente, e la prova che molte rivoluzioni furono parallele a altre rivoluzioni, un personaggio la ossessiona: la Regina Maria Antonietta. Tutti i libri su di lei, quello di Monsieur Lenôtre in particolare, l'interessano e la commuovono profondamente.
    Si è spesso cercato delle somiglianze tra i ritratti della regina e dell'Imperatrice. Tutt'al più si potrebbe osservare una somiglianza nell'espressione, indefinibile, sorridente e triste, nella forma del personale, nella flessuosa lunghezza del collo e nella snellezza della vita, esagerata ancor di più, nell'una dai paniers, nell'altra dalla crinolina. Ma l'insieme dei tratti della regina è più altezzoso. Il naso aquilino, l'occhio un po' rotondo per cui il fascino doveva essere soprattutto nello sguardo, il mento volitivo, le labbra imbronciate che, nella giovinezza si fondevano così armoniosamente, si sarebbero accentuate troppo nella vecchiaia. La regina era graziosa. L'Imperatrice è bella, anche l'età non ha potuto toglierle che la giovinezza, non ha toccato i lineamenti: la bellezza merita sempre il tempo presente. (Lucien Daudet)

Note

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  1. Citato in William Smith, Eugénie, impératrice des Français, Bartillat, Parigi, 1998, p. 107.

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