Filippo Carli

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Filippo Carli (1876 – 1938), economista e sociologo italiano.

La borghesia fra due rivoluzioni[modifica]

Incipit[modifica]

La storia contemporanea, quella che comprensivamente si può chiamare e noi chiameremo la storia del secolo XIX, appare alla mente di chi la ripensa nella sua totalità, come racchiusa fra due grandi parentesi rosse, la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa. Fra questi due termini è avvenuto un tale spostamento di classi, un tale sovvertimento di principî, di ideali, di valori, quale non si era mai visto nel passato storico.

Citazioni[modifica]

  • Nell'ultimo quarto del secolo XVIII due borghesie europee lavorarono a porre le fondamenta della storia contemporanea, la borghesia inglese e la borghesia francese, la prima costruendo delle macchine, la seconda ponendo dei principî. Ma se le macchine si possono costruire silenziosamente, nell'ombra delle officine, con il lavoro metodico e tranquillo e la loro introduzione avviene così lenta e graduale da non sovvertire in modo inopinato e tumultuario gli ordinamenti sociali; i principî per non essere sterili devono essere proclamati con la voce di tutto un popolo, e per essere vittoriosi devono poter abbattere quelli che costituirono fino allora i principî dominanti, e per tradursi in realtà vivente, devono sovvertire i quadri istituzionali in cui è contenuta la vivente realtà degli opposti principî. (cap. 1, p. 9)
  • L'ottimista è, di sua natura, generoso e liberale; e la borghesia lo fu verso il proletariato. Se il proletariato conoscesse o riconoscesse quello che la borghesia ha fatto per dargli una coscienza, per elevarlo, per organizzarlo anche, certamente intreccerebbe il filo d'oro della sua gratitudine al metallo incandescente del suo odio. Fu la borghesia che diede al proletariato la prima coscienza di sé, quando esso era ancora una massa amorfa e indifferenziata. (cap. 10, pp. 208-209)
  • La estensione del diritto di voto, fino a renderlo universalissimo, fu la consegna da parte della borghesia al proletariato dell'arma più efficace per combattere le lotte della storia moderna, arma di cui il proletariato doveva servirsi anzitutto contro di lei. (cap. 10, pp. 212-213)
  • Per la sua psicologia e per la sua funzione storica, la borghesia era destinata a cadere in un grande numero di gravissime contraddizioni. Intanto, mentre il suo ottimismo la portava al liberalismo, il suo istinto accumulatore la portava all'egoismo. Essa dunque concede a piene mani dei beni ideali, le libertà politiche, ma quando si tratta di fare concessioni che in qualche modo possono logorare il capitale, allora essa si irrigidisce nelle sue posizioni e nega risolutamente. Mentre elargisce con discreta disinvoltura il suffragio universale, essa è disposta, per uno sciopero, a far nascere una tragedia civile. (cap. 10, p. 213)
  • [...] la borghesia è nella sua essenza la forma stessa che una società assume nei suoi momenti più dinamici; è la forma che la Società italiana assume nell'epoca comunale opponendosi vittoriosamente alla Società statica del feudalesimo, è la forma che la Società moderna assume uscendo con l'impeto delle sue energie creatrici dalle dilacerazioni della Rivoluzione Francese. (cap. 12, p. 268)
  • Io ho terminato il libro L'equilibrio delle nazioni ricordando il monito della sapienza antica, essere la moderazione la suprema saggezza. (cap. 12, p. 268)

Bibliografia[modifica]

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