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Francesco Carletti

Al 2024 le opere di un autore italiano morto prima del 1954 sono di pubblico dominio in Italia. PD
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Francesco Carletti (1573 – 1636), mercante, viaggiatore e scrittore italiano.

Ragionamenti

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L'avere Io Sereniss. Principe insieme con i miei beni di fortuna perduto ancora tutte le mie Scritture, e memorie de' Viaggi fatti da me nel giro di tutto il Mondo, sarà cagione, che io non potrò così minutamente raccontare a V. A. S. ogni particolarità di quanto ho veduto, e aveva osservato, e notato ne' suddetti miei scritti, de' quali non mi rimane altro che una debol memoria, e quella sconcertata, e confusa dalle disgrazie accadutemi.

Citazioni

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  • [Sulle banane] [...] sorta di frutte lunghe fino a un palmo, [...] grosse come un nostro Cetrivolo. Hanno la scorza liscia che si spicca, come quella del nostro Fico ma molto più grossa, e soda, e quello, che resta di dentro si mangia con gusto, ed è di sapore dolce, e regge al dente, come un Popone ben maturo, ma più asciutto, e senza sugo. (p. 9)
  • [...] il Cacao, frutta tanto celebre, e di tanta importanza per tutto quel Regno, che s'afferma, consumarsene ogn'anno più di 500. mila scudi. Questa Frutta serve ancora di moneta per ispendere, e comprare nelle piazze le cose minute, dandosene per un giulio il numero di 70. o 80. secondo, che se ne raccoglie di più, o meno; ma il suo principal consumo è in una certa bevanda, che gl'Indiani chiamano Cioccolatte, la quale si fa mescolando dette frutte, che sono grosse come Ghiande, con acqua calda, e Zucchero; ma prima secche molto bene, e abbrustolite al fuoco si disfanno sopra certe pietre, (siccome noi vediamo i Pittori quando macinano i colori) fregando il pestello, che è anch'esso di pietra per lo lungo sopra la pietra piana, e liscia; e così si viene a ridurre in una pasta, che disfatta nell'acqua serve di bevanda, e s'usa comunemente bere da tutt'i naturali del Paese, e gli Spagnoli, e ogn'altra nazione, che vi vada, una volta, che ad essa s'avvezzino ne diventano così viziosi, che con difficoltà possono poi lasciare di berne ogni mattina, ovvero il giorno al tardi dopo desinare, quando fa caldo [...]. (pp. 91-92)

Bibliografia

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Altri progetti

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