Francesco Clemente
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Francesco Clemente (1952 – vivente), pittore e disegnatore italiano.
Ludovico Pratesi, artribune.com, 20 novembre 2024.
- [Tutta la mostra è costruita sull’idea di spazi immersivi. Cosa significa per te la relazione con lo spazio?] Mi è sempre piaciuta la storia del pittore cinese che alla fine della sua vita, quando finalmente è riuscito a dipingere un paesaggio che era vivo e reale, ci è entrato dentro e non è più tornato indietro. Diciamo che le tende sono il mio tentativo di entrare in un mondo della pittura dal quale non voglio più ritornare.
- [Quanto sono state importanti nella tua ricerca i luoghi dove hai vissuto come Napoli, Roma, New York o Madras?] Ho avuto sempre un’antipatia profonda per la storia, e più la storia si risveglia in questi anni e più mi è antipatica. Ho preferito rifugiarmi nella geografia: Napoli è una città pagana, Roma è una città alchemica dove il crogiuolo si è spaccato e ha sparso frammenti in giro. New York è una città viva, con tutti i malanni e le estasi della vita. Mentre Madras mi ha insegnato la dolcezza della resa.
- [Qual è il messaggio che vuoi dare al pubblico della mostra?] Non do messaggi. La differenza tra l’artista e il non artista è la seguente: il non artista prescrive mentre l’artista descrive. Vorrei che le persone entrassero nelle tende, e sarei felice se qualcuno si addormentasse all’interno di una di loro.
- [Qual è l’origine di queste tende?] Le ho fatte nell’arco di quattro anni, dal 2010 al 2014. Sono sei, tutte fatte in una fabbrica di tende che in precedenza faceva tende per l’esercito indiano. Tantissimi anni fa ho scritto quali erano le tre sculture che avrei voluto fare, da pittore: una spada, una lampada e una tenda.
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