Gabriel-Marie Legouvé

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Gabriel-Marie Legouvé

Gabriel Marie Jean Baptiste Legouvé o Le Gouvé (1764 — 1812), poeta francese.

Incipit di alcune opere[modifica]

Il merto delle donne[modifica]

L'arguto Giovenal emul felice
Del cigno di Venosa, il rinomato
Despreaux delle ridenti alme regioni,
«Che bagna il mare, e l'Alpe chiude, e il Reno»
Splendido onor, per cui que' duo gran vati
Sembrar risorti ad onorar Parnaso,
Contro il bel sesso d'alti pregi adorno
Tutti vibraro i lor pungenti strali.

Le rimembranze o i vantaggi della memoria[modifica]

Augusta Mnemosina, o tu che desti
Sull'almo colle alla memoria vita,
Mentre i supremi tuoi divin favori
Imprendo a celebrar, della mia cetra
All'armonico suon propizia arridi.
Un degli uman' pregievoli tesori
È la memoria in ver; per lei le labili
Ore, e gli anni fugaci, che l'ingordo
Veglio divorator nel muto abisso
Alternamente incalza, a suo dispetto,
Riconquistando vansi, ed il passato,
Per magic'arte, riappar presente.

La malinconia[modifica]

Della vivace e festeggiante gioja
Altri canti i piacer, io di te sola,
Dolce Malinconia,[1] del silenzio
Fedele amica, in te medesma ognora
Concentrata, ed ai lievi ameni scherzi,
Al rumoroso tripudiar, fra cui
Il cor fassi di gel, e l'intelletto
Vaneggia, appien nemica, or colla mia
Lira cantar le vere lodi intendo.

Le pompe funebri[modifica]

Ah dove son le tombe, i simulacri,
Gli antichi marmi, ond'eran prima cinti
I limitar de' templi a Numi sacri!
Misfatto atroce! I mostri, che sospinti
Da reo furor delle prigioni violaro
Di già l'asil, e fer mucchio d'estinti;
Sparsi di sangue, rapidi volaro
A rovinar gli augusti monumenti,
Ch'agli avi illustri un dì si consacraro.

Note[modifica]

  1. Il celebre Michele Montaigne scrisse: La mélancolie est friande: questa singolar espressione d'uno de' nostri più profondi moralisti prova quali voluttuose sensazioni la malinconia possa destarci nell'anima.

Bibliografia[modifica]

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