Gaetano Cappelli
Gaetano Cappelli (1954 – vivente), scrittore italiano.
Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo
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A vederla luccicare tra le colline sulla stradina di campagna, la giardinetta rossa piena zeppa di bambini – bambine, nella fattispecie – sembrava venir fuori da una di quelle scene di famigliole felici che, appena possono, i pubblicitari infilano nei loro filmati. Eppure, nella macchina mancava la mamma e Riccardo Fusco, il papà dello spot, smise di scazzottare il volante solo quando s'accorse che Ofelia, la più grande delle quattro figlie, lo fissava impensierita. Allora le fece un sorrisetto rassicurante – più che altro, ne venne fuori un ghigno – e riprese a menar pugni al volante come per seguire il ritmo della canzoncina melensa che esalava dalla radio: le bambine dovevano restarne fuori, le bambine. Avevano diritto alla loro tranquillità. Ma era ancora possibile?, si chiese nel momento in cui tra le colline, in alto, gli apparve il paese col suo bel campanile e, nonostante i tetri pensieri che gli ronzavano in testa, si ricordò dell'amico che ci abitava e, proprio come ogni volta che gli capitava di passare lì sotto, che avrebbe potuto deviare in quella direzione per andare a trovarlo.
Citazioni
[modifica]- Quanti erano quelli che prima della televisione coltivavano sogni di grandezza? Sì, qualcuno c'è sempre stato; ma si tratta di un'esiguissima minoranza... il cinema ecco, col cinema l'idea di mettersi in mostra, di essere additati dalle folle, inizia a diffondersi, ma è con la televisione che nasce l'idea del divismo di massa. Come di massa diviene la frustrazione che deriva dal non riuscire a realizzare questo ideale. (p. 15)
- Diventare famosi è la cosa che più si avvicina all'immortalità. (p. 15)
- Ogni piccola città di provincia che si rispetti ha almeno uno che l'ha sfangata, e che quando appare in televisione tutti quelli che sono rimasti nella piccola città di provincia dicono ai figli: ecco vedi quello è di qui, con un misto di orgoglio e di scherno. (p. 37)
- [...] l'Aglianico è sempre stato il vino del cuore... a parte un po' di sano sciovinismo è vero pure che è uno di quei vini così morbidi, corposi, che una volta che inizi a berne è difficile mollarli: gli altri ti sembrano tutti vinelli finti, incipriati, inconsistenti. (pp. 41-42)
- Tutto accadde nel più naturale dei modi – come accade nelle situazioni che si maturano lentamente nel tempo. (p. 86)
- Eccola finalmente la sua vendetta. Graziantonio Dell'Arco avrebbe colpito Yarno Cantini del Canto degli Angeli in quello che di più caro aveva al mondo. Il suo vino. (p. 141)
Già, perché adesso Giàcenere viveva a New York dal momento che a lui Graziantonio, come promesso, la mostra gliel'aveva organizzata sul serio. Anzi era stata un tale successo che "il pittore rivelazione dell'anno" – come avevano scritto i giornali – s'era appena comprato una casa addirittura su Central Park.
"Ti redi conto? Una nullità simile" si disse, contraendosi per una fitta improvvisa allo stomaco. Ma che poteva essere quel dolore?, si chiese ripensando alle foto di Giacinto Cenere in mezzo a un gruppetto di celebrità.
"Domani comunque lo chiamo Giàcenere... oh, è sempre un amico. Magari mi fa conoscere qualcuno per il mio libro, e poi da cosa nasce cosa" pensò e proseguì dritto – per quanto la strada glielo permise.
Bibliografia
[modifica]- Gaetano Cappelli, Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo, Marsilio Editori, Venezia, 2007. ISBN 978-88-317-9244-8
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